david-trezeguetAl di là delle di­chiarazioni ufficiali, dalla se­rie A ai campionati amatoria­li non esiste bomber che non conti i suoi gol: altrimenti non sarebbe tale. David Tre­zeguet, che bomber lo è e di razza purissima, non fa ecce­zione: e di tenere moltissimo alla sua posizione nella clas­sifica dei marcatori juventini di ogni epoca lo ha sempre di­chiarato apertamente. In particolare, visto che si defi­nisce «argentino nel cuore», lo riempie d’orgoglio il fatto di trovarsi a una sola rete da Omar Sivori, mito calcistico di quella che il francese con­sidera la sua vera patria.\r\nI gol, però, servono a vincere le partite e magari i trofei: e anche il più egoista dei rapinatori d’area se li gusta pienamente solo quando gli permettono di es­sere il protagonista di una fe­sta, non certo quando rappre­sentano l’unica consolazione in una serata storta.\r\nFuori dagli spogliatoi dell’Olimpi­co, dopo l’incredibile rimonta subita dal Napoli, Trezeguet aveva la faccia scura come un temporale, per nulla rischia­rata dal lampo con cui aveva portato la Juve in vantaggio e se stesso ad appena un gol di distanza dal leggendario numero 10 degli anni Ses­santa. Questo nonostante il sorpasso ai danni del Cabe­zon per il centravanti della Juve sia un obiettivo reale e dichiarato: «Essere così vici­no a Sivori mi riempie d’or­goglio ed è uno stimolo in più», aveva ribadito anche pochi giorni fa. Tanto più che superando l’argentino spaz­zerebbe via ogni distinguo dal primato di miglior mar­catore straniero della storia juventina: che gli appartiene già, ma solo perché Sivori, avendo giocato in azzurro co­me oriundo, è considerato ita­liano.\r\n\r\nLeggi l’articolo completo sull’edizione odierna di Tuttosport