Nonostante la clamorosa débacle in Champions a Berna con lo Young Boys, match in cui la Juve è uscita meritamente sconfitta 2-1, i bianconeri hanno conquistato il pass per gli Ottavi di Finale al comando del Gruppo H con 12 punti all’attivo, complice l’analogo risultato casalingo del Valencia contro il Manchester United. Juventus opaca, sprecona e svagata quella scesa in campo allo Stade de Suisse, dove ancora una volta, l’ennesima, a costo di ribadire sino alla nausea lo stesso concetto, ha commesso una quantità industriale di errori tecnici individuali in fase di possesso. La battuta d’arresto, per ovvi motivi, è indolore, ma ciò non deve assolutamente costituire un alibi per una prestazione indecorosa (eccezion fatta per i 15 minuti finali), soprattutto al cospetto di un avversario tutt’altro che irresistibile. In questi casi, voltare subito pagina è la soluzione migliore, a maggior ragione in vista dell’ostico derby della Mole, contro il Torino, in programma sabato 15 alle 20:30.
Il Toro di Walter Mazzarri, reduce dalla buonissima prova e dall’ottimo 0-0 di San Siro con il Milan, giungerà alla stracittadina con tutti i suoi effettivi a disposizione. Gli undici titolari, con ogni probabilità schierati nel canonico 3-5-2 mazzarriano, dovrebbero essere i seguenti: Sirigu; Izzo, Nkoulou, Djidji; De Silvestri (Aina), Rincon, Baselli, Meité, Ansaldi; Belotti, Iago Falque. Max Allegri, che non potrà contare certamente sull’apporto di Barzagli, Bentancur, Cuadrado, Khedira e Cancelo, potrebbe optare per un 4-3-1-2 formato da: Perin; De Sciglio, Bonucci (Rugani), Chiellini, Alex Sandro; Emre Can, Pjanic, Matuidi; Dybala; Mandzukic, Cristiano Ronaldo. Occhio a un’eventuale mossa a sorpresa del tecnico labronico, che non esclude l’impiego di Bernardeschi o Douglas Costa sul centrodestra nel trio della mediana al posto del rientrante Emre Can. Poco percorribile, invece, l’alternativa De Sciglio come terzo di centrodestra in un’ipotetica difesa a 3.
Il Torino, in fase di non possesso, tende a fare grande densità in zona palla facendo leva su un’alta intensità agonistica. Inoltre, i granata si alzano in pressione sul primo portatore, ma anche sul diretto avversario. Questo atteggiamento, ovviamente, è atto a complicare il più possibile l’uscita pulita del pallone dalla terza linea. Per ciò che concerne la fase di possesso, il Toro sfrutta con insistenza i due quinti tenendoli spesso e volentieri molto larghi per usufruire appieno dell’ampiezza del campo. Altra peculiarità è la posizione della seconda punta, che sovente si apre tantissimo per poi effettuare improvvisi tagli alle spalle della retroguardia avversaria, mentre il centravanti si abbassa nella terra di mezzo per ricevere il pallone oppure, molto più frequentemente, attacca lo spazio e detta la profondità.
La Juventus, anzitutto, dovrà rimanere concentrata a tutti i costi fino al triplice fischio del direttore di gara. Nella fase di possesso, per cercare di eludere il pressing alto generalmente effettuato dagli uomini di Mazzarri, bisognerà liberarsi rapidamente della sfera con 2-3 tocchi al massimo, altrimenti, se proprio necessario, ricorrere ai lanci lunghi per consentire alla squadra di salire. Ciò non significa lasciarsi prendere dalla frenesia, sarebbe pernicioso e controproducente, ma l’imperativo è quello di far viaggiare il pallone a velocità sostenuta senza sbagliare tecnicamente. Opportuna, per giunta, sarebbe la ricerca dell’attacco diretto quando se ne presenterà l’occasione, senza forzare la giocata, ma nemmeno cincischiando più del dovuto con un’infinità di passaggi orizzontali che, in alcuni casi, servono a ben poco. La Vecchia Signora dovrà far pendere l’ago della bilancia in suo favore puntando tutto sulla sua manifesta superiorità tecnica, tattica e atletica. Inutile prendersi per i fondelli: basta con la tiritera “ci servirà da lezione”, si corre il rischio che diventi indigesta! Contro il Torino sarà obbligatorio vincere senza se e senza ma. Anche perché a Madama è stato già impartito un numero più che sufficiente di lezioni. Pertanto, niente regali! D’altronde, all’arrivo del Natale mancano ancora 10 giorni.