Tevez: “Spiace vedere la Juve così, ma ormai avevo dato tutto”

Carlos Tevez, attaccante argentino del Boca Juniors, torna a parlare di Juventus in un’intervista concessa a ‘La Cornisa TV’. L’Apache ha ribadito sostanzialmente che non c’era alcuna possibilità di trattenerlo a Torino, perché ormai aveva dato tutto: un divorzio inevitabile, che stando ai risultati, ha fatto molto male alla Vecchia Signora, che senza di lui, di Pirlo e Vidal, sta faticando a trovare identità ed equilibrio.\r\n

Sognavo tutti i giorni di tornare alla Bombonera – dice Tevez -. Amo il Boca, vedevo che viveva una fase difficile e ho scelto di tornare per dare una mano. Eppure, essere il giocatore più amato dalla gente a volte ti aiuta, ma molte altre ti mette al centro dell’attenzione. Se sbagli, ti criticano ferocemente. Alla Juventus avevo dato tutto, ma proprio tutto. Il Boca arrancava, mi faceva male vederlo così e allora ho chiesto di andar via. Andavo a dormire pensando al giorno in cui sarei tornato alla Bombonera: la Champions l’avevo già vinta, tanto… Un club cinese mi ha offerto 20 milioni all’anno. Ma quando hai le idee chiare, i soldi non contano niente. Cosa ho perso pur di tornare al Boca? Beh, non conta. Conta quel che ho guadagnato, cioé la felicità. Sto seguendo la Juventus e soffro a vederla così. Ho lasciato un pezzo di cuore alla Juve. Pirlo? Aveva 37 anni ma giocava come uno di 18. E anche Buffon, un fuoriclasse, sembrava un ragazzino. Hanno vinto tutto, Buffon ha addirittura giocato 5 Mondiali…

\r\nTornando per un attimo con la mente alla sua esperienza europea, Tevez ammette di aver giocato nei migliori club in circolazione:\r\n

Ho giocato in società fantastiche come la Juve, il Manchester United, il Manchester City. La cosa fondamentale è una: i loro dirigenti amano la società per cui lavorano, questo fa la differenza – prosegue -. Gli errori? Nel 2011 non ero in condizioni per poter giocare a calcio. Mangiavo di tutto, avevo addirittura 8 kg di troppo. Ecco, ho imparato a dare il meglio di me da quel momento in poi. Ma non posso essere un modello, quelli sono la mamma e il papà di ognuno. Tutti hanno parlato della mia lite con Mancini ma nessuno sa la verità. Una volta, il Mancio mi ha fatto scaldare per molti minuti. Poi ha tolto un attaccante per mettere un centrocampista, De Jong. E quindi mi fa: ‘Preparati, vai a scaldarti per entrare’. Gli ho detto che ormai ero pronto. E lui mi ha mandato a scaldare. Ho preferito di no, avevo già dato per più di 10 minuti correndo. E da quel momento non mi ha fatto più giocare. Ronaldo? Cristiano Ronaldo era sempre il primo ad arrivare e l’ultimo ad andarsene. Ma sempre, davvero.

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Pubblicato da
Alberto Zamboni