Tevez: “Il pallone mi ha salvato, ecco la mia storia”
Carlos Tevez, centravanti argentino della Juventus, ha raccontato la sua storia al sito ufficiale della Fifa
Carlos Tevez, centravanti argentino della Juventus, ha raccontato la sua storia al sito ufficiale della Fifa. Il numero 10 bianconero è partito dall’infanzia a Fuerte Apache tra mille pericoli, fino ad arrivare all’attuale momento molto positivo con la maglia della Juve. Nel barrio la vita è stata molto difficile per Carlitos, che ha perso anche tanti amici, che hanno preso la via della delinquenza. Alla fine, dunque, il calcio è stato fondamentale per salvare Tevez dalla cattiva strada:\r\n
È dura far capire alla gente cosa sia vivere a Fuerte Apache – racconta Tevez al sito Fifa.com – se non hanno provato le stesse cose che ho provato io. Non puoi entrare nella testa della gente e spiegare loro cosa mi ha insegnato la strada. E mi ha insegnato tanto: la mia infanzia è stata difficile, ho vissuto in un posto dove droghe e omicidi facevano parte della vita di ogni giorno. Vivere in quel modo, anche se sei un ragazzino, ti fa crescere in fretta e ti mette nelle condizioni di scegliere da solo la tua strada. Io l’ho fatto, non ho mai tollerato le droghe o gli omicidi e fortunatamente ho potuto fare la mia scelta. Coronel aveva tutto per avere successo ma ha scelto una strada diversa, quella della criminalità. Ha fatto la scelta più facile, non è stata una questione di sfortuna. Penso spesso a lui, era il mio migliore amico, stavamo insieme 24 ore al giorno.
\r\nOggi, le cose da quelle parti non sono affatto migliorate e Tevez racconta addirittura come sia ancora più difficile “sopravvivere” a Fuerte Apache:\r\n
Una volta ti derubavano ma ti lasciavano andare via. Ora gli dai tutto quello che hai e ti uccidono pure. Pensano solo alle proprie vite e non a quelle degli altri. Dobbiamo però mostrare alla gente che ci sono anche bravi ragazzi a Fuerte Apache e nella Ciudad Oculta come in tutte le città argentine. Io ne sono venuto fuori e come me anche altri. Non è facile ma ognuno ha il proprio destino nelle sue mani. Non so se essere cresciuto in quell’ambiente ha fatto di me un calciatore più battagliero, ho sempre giocato a modo mio ma è possibile.
\r\nDopo il trasferimento in Inghilterra è arrivata l’Italia, ma la testa di Tevez è sempre all’Argentina, dove tornerà per chiudere la carriera con la maglia del Boca Juniors:\r\n
Mi manca, mi manca tanto. Mi sono sempre mancati amici e famiglia, sin dall’inizio. Per fortuna ricevo tante visite per cui non sono sempre solo. Dopo otto anni a Manchester ho ricevuto un caldo benvenuto a Torino, la gente è molto alla mano, anche se meno passionale rispetto a posti come Roma o Napoli. Si vive bene qui ed è il posto dove è stato più facile per me ambientarmi, anche per la lingua, che capisco un po’ meglio, mentre in Inghilterra è stata più dura.
\r\nIl finale è tutto per la Juventus e la maglia numero 10: nonostante il grande peso che abbia quella casacca, l’argentino la indossa con orgoglio e senza patemi:\r\n
La maglia di Platini e Del Piero? Non ne sento il peso. Anche se è importante per me, non mi metto addosso altra pressione per sentirmi degno di questa maglia, altrimenti – conclude – diventerei matto e non potrei fare il mio lavoro nel modo giusto.