Tessera del tifoso: ecco come si muovono le società
Manca poco più di un mese dall’inizio del campionato di serie A e non si sa cosa stanno facendo le società per venire incontro a chi ha fatto la tessera del tifoso. Come previsto, infatti, ci vogliono corsie privilegiate, facilitazioni, premi, eccetera. Ma i tornelli sono stati modificati? Non si sa. Manca attenzione, trasparenza, dialogo, informazione. Mancano i controlli. L’Osservatorio del Viminale terrà la sua prima riunione intorno al 12 agosto: verrà fatto il punto della situazione. Ci sono segnali incoraggianti: molte tifoserie (Inter, Milan, Juventus, Fiorentina, eccetera) hanno aderito al progetto tessera del tifoso. Così come ultrà non hanno alcuna intenzione di farla, rinunciando così all’abbonamento: si tratta dei tifosi di Roma, Lazio, Livorno, Sampdoria, eccetera. Compreranno i biglietti partita per partita. Il problema, semmai, si avrà in trasferta: che succederà ad esempio per un Napoli-Roma o un derby di Sicilia, o Milan-Genoa? Secondo fonti del Viminale, dovrebbe essere garantita la trasferta ai possessori della tessera del tifoso esclusivamente nel settore riservato ai tifosi ospiti, mentre, per le partite ad alto rischio (quelle citate, e molte altre: non sono poche) verrà stabilito che i biglietti saranno venduti solo in Provincia. Quindi, tanto per essere chiari: gli ultrà della Roma che non faranno la tessera del tifoso (e sono liberi, ovviamente, di comportarsi come credono più giusto) non potranno seguire la loro squadra a Napoli e in molte altre trasferte. Giusto? Sbagliato? Di sicuro, certe preclusioni resteranno. Inutile farsi illusioni. Speriamo invece che possano cambiare le cose a Roma: lo scorso anno ci sono stati problemi di gestione dell’Olimpico (ricordiamo il derby e soprattutto la finale di Coppa Italia) che non devono più succedere: il nuovo questore di Roma, Francesco Tagliente, si insedierà il prossimo 2 agosto. Dovrà mettersi subito al lavoro: Tagliente, e lo ha dimostrato a Firenze, è per la linea del dialogo. Che vuole dire però il massimo rispetto delle regole. Quindi, chi è abituato a portarsi in tasca i petardi è meglio che li lasci a casa: rischia 5 anni di Daspo. Il modello-Tagliente sinora ha funzionato. Il “sogno” adesso è un Olimpico restituito finalmente alla famiglie, con le carrozzine sugli spalti: a Firenze, indubbiamente, era più facile dialogare con gli ultrà. Ma sono sicuro che Tagliente ci proverà anche a Roma.\r\n\r\nCredits: Repubblica\r\nFracassi Enrico – Juvemania.it