Toh, Moratti ha ritrovato la voce. «La terza stella? Una provocazione». Non mi va di parlarne molto perché non è ancora tempo e un po’di scaramanzia non guasta, ma vedo grandi ambasce nei campi anti Juve, ripristino di antipatiche alleanze, anticipi di manovre che verranno (se sarà) e rigurgito di rispetto di regole che non ci sono. Sarà una bella lotta, se ci sarà, ma una risposta la merita già il patron dell’Inter: non può non essere una provocazione anche il mantenimento di uno scudetto che non gli appartiene perché i motivi etici che ne giustificarono ad arte l’assegnazione sono stati annullati dagli accertamenti del procuratore federale Palazzi, il club e i suoi dirigenti ritenuti colpevoli di illecito sportivo e quindi passibili di retrocessione salvati dalla prescrizione. Ed è curioso nei fatti, come nota Ju29ro, che Inter e Figc si trovino ancora una volta a braccetto persino in un evento ancora in divenire. Per il quale farà bene la Juve a non farsi prendere da nessuna distrazione, neanche dai buoni rapporti di vicinato che ci sarebbero con il Novara, o dalla vetrina di qualche illustre ospite annunciato. Può bastare come segnale d’allarme il 2-1 che ha messo sotto la Lazio mercoledì, e la voglia di Tesser e della sua squadra di chiudere a testa alta la stagione. E quale può essere la tentazione più forte se non quella di provare a battere chi finora non è stato mai battuto? La regola nel calcio è sempre la stessa, quella di esultare solo quando il risultato ce l’hai già in tasca, tre punti ovvero quattro sul Milan sono parecchi a quattro turni dal termine ma non danno garanzie e la giornata si profila interlocutoria. Il Milan a Siena dovrebbe farcela, anche se da parte della squadra di Sannino può esserci la voglia di consolidare il miglior posto della sua storia in serie A.