Altro che anti-Inter. Quattro punti non sono un baratro incolmabile, ma l’impressione che destano le due squadre è profondamente diversa. Ferrara fa autoanalisi con i suoi, Blanc fa il controllore del controllore, Diego non fa il Diego. Ciò che non funziona sembra essere il modulo. Il rombo nasce proprio dall’esigenza di valorizzare al massimo Diego. Rispetto al 4-4-2 di Ranieri, che non contempla il trequartista, il rombo di Ferrara presenta una pesante controindicazione: tra il vertice alto e quello basso c’è una distanza che consente agli avversari di imperversare ed essere in superiorità numerica. Se Felipe Melo perde palla, la difesa si trova immediatamente esposta. O la squadra resta corta, o inevitabilmente subisce. Quando poi la formazione avversaria ha un trequartista di talento, i bianconeri ne subiscono l’iniziativa lasciandolo galleggiare tra le linee. Anche quando ha vinto, la Juve ha sempre concesso tanto all’avversario, persino ad avversari modestissimi e persino in casa, come contro Livorno e Bologna.\r\nFerrara, inoltre, non riesce a dare alla sua squadra una spinta continua dagli esterni bassi. A destra c’è un’evidente lacuna, che non è stata colmata acquistando un centrale –Caceres – da riadattare a un ruolo non suo. A sinistra c’erano due dignitosi interpreti, ma è stato acquistato un Grosso in fase calante andando a puntellare l’asse mancino che era già coperto. L’equivoco di fondo è, però, legato alla regia. Distolto l’interesse da D’Agostino, a Torino hanno puntato su Felipe Melo. Una puntata da 25 milioni, ma il brasiliano spicca più per le doti da intenditore, che non per la sua finezza nell’impostazione. Morale: la Juve fatica a imporre il gioco, a fare la partita, a prendere l’iniziativa. Va meglio quando l’avversario spinge e presta il fianco alle ripartenze, come testimoniano le gare di Marassi e di Roma. Ma non si può sempre aspettare e Ferrara deve spiegarlo ai suoi una volta per tutte.\r\n\r\nFracassi Enrico – Juvemania.it