Tavolo della pace, Moratti: “Sono curioso”. Abete: “Non ci faremo tirare per la giacca”

“Tavolo della pace? Non so quale sarà il significato, andrò là con molta curiosità”. Massimo Moratti, entrando negli uffici della Saras, risponde alle domande dei giornalisti che lo pungolano sull’appuntamento del prossimo 14 dicembre, una sorta di resa dei conti per le vicende di Calciopoli.\r\nNon è stato invitato, ma ha voluto dire la sua sul tavolo della pace, anche il presidente della Lega di serie A, Maurizio Beretta: “Nel momento in cui si dovrà affrontare il progetto del calcio del futuro servirà un coinvolgimento diverso. Ma per ora è opportuna la pacificazione e quindi faccio i migliori auguri”. \r\nE se nei giorni scorsi qualcuno ha tentato di alzare i toni, cerca di ‘gettare acqua sul fuoco’ a modo suo il presidente della Figc Giancarlo Abete, che detta le regole in vista dell’importante incontro pacificatore: “Nessuno pensi di strattonarci”, puntualizza Abete che poi sottolinea come si tratti di “una opportunità per approfondire tante problematiche riguardanti gli ultimi difficili anni e le criticità collegate a Calciopoli. Sappiamo che nel mondo del calcio ci sono tante tensioni accumulate da Calciopoli in avanti per anni: tutti possono portare avanti la propria tesi, ma nessuno pensi di strattonare la Figc”. In merito alle proteste di alcuni presidenti per il mancato invito, il numero uno della federazione calcistica ha poi chiarito: “Quando si parlerà della riforma del calcio la discussione riguarderà tutte le componenti di questo mondo. La Figc da subito ha appoggiato l’iniziativa del Coni: il nostro ruolo è essere garanti delle regole, senza avere figli e figliastri, senza una logica di nemici e guerra“, ha concluso Abete.