Stipendi dirigenti Juventus: ad Arrivabene anche i ticket restaurant

Gli stipendi dei dirigenti della Juventus: Arrivabene supera anche Agnelli, Nedved al terzo posto; il presidente scrive agli azionisti

Dalla “Relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti” pubblicata dalla Juventus per l’esercizio chiuso al 30 giugno 2022 emergono gli stipendi dei dirigenti bianconeri. Maurizio Arrivabene, amministratore delegato del club bianconero, è il più pagato con uno stipendio di 1,08 milioni di euro, che salgono a 1,22 tramite una serie di benefit aziendali (Auto, coperture assicurative, ticket restaurant etc.). Quando era consigliere nel CdA, ricordiamo, Arrivabene percepiva circa 25 mila euro.

Il 2° dirigente più pagato della Juve è Andrea Agnelli con 520 mila euro, di cui 450 mila euro per aver svolto il ruolo di presidente, più 35 mila euro come amministratore e 35 mila euro di benefici non monetari. Il  compenso deliberato per il numero uno del club in realtà era di 700mila euro, ma Agnelli ha rinunciato a parte del suo compenso.

Al terzo posto, invece, Pavel Nedved, che ha percepito 514 mila gli euro, di cui 466mila euro per il ruolo di vice presidente, 35 mila euro per la funzione di amministratore e 6.400 euro di benefici non monetari.

Agnelli: la lettera agli azionisti

Contestualmente, oggi il presidente Andrea Agnelli ha inviato una lettera agli azionisti del club. Si seguito il testo integrale.

«Cari Azionisti, dopo l’inimmaginabile tempesta del Covid – oltre 7 miliardi di perdite cumulate nel comparto tra il 2019 e 2021- il bilancio 2021/2022 dovrebbe essere l’ultimo anno in cui registriamo impatti diretti dovuti alla pandemia (basti ricordare, a titolo di esempio, che lo scorso anno abbiamo avuto un tasso di utilizzo degli stadi inferiore al 70%). È stato dunque necessario dotare la società di una nuova roadmap, approvata dal Consiglio di Amministrazione nel giugno di quest’anno, col fine di garantire alla Juventus lo sviluppo mantenendo il riferimento alla performance sportiva. La via del risanamento economico è quindi già stata intrapresa dalla società, ma è un percorso a tappe molto impegnativo, che compare al termine delle tre stagioni contraddistinte dalla pandemia e passa attraverso momenti dolorosi. Sotto il profilo economico finanziario il bilancio 2021/2022, con una perdita in conto economico di 254 milioni di euro, è certamente il momento più amaro. Juventus ha dunque messo a punto, non appena il contesto esterno lo ha permesso, un nuovo piano triennale (2022-25) nella consapevolezza che il triennio appena terminato non rappresenti la fine di un percorso espansivo, vanificato dalla pandemia. All’opposto, esso è il punto di partenza di un nuovo viaggio fatto soprattutto di calcio, di innovazione e di responsabilità verso le nuove esigenze che la società richiede. L’ideale punto di contatto tra la Juventus pre e post pandemia sono le Women, sinonimo di diversità e inclusività ma al tempo stesso fedeli alla tradizione bianconera – brillano ancora nei nostri occhi gli straordinari successi in campo nazionale (5° Scudetto consecutivo, Coppa Italia e Supercoppa) e le incredibili notti di Champions League all’Allianz Stadium. Il piano si basa su cinque solidi pilastri, che costituiscono altrettante sfide cui la Juventus tutta, in campo e fuori dal campo, è chiamata.
1. Finanziario: è evidente a tutti, noi per primi, che l’equilibrio economico-finanziario, perduto durante gli anni di pandemia debba tornare a guidare le scelte strategiche della società. L’operazione straordinaria di aumento di capitale, è stata la tappa iniziale di questo percorso, che deve oggi proseguire con credibilità e convinzione.
2. Gestionale: l’ambizione della Juventus è garantire l’eccellenza operativa in ogni attività a sostegno di uno sviluppo del brand che ha l’aspirazione di diventare attrattivo per le giovani generazioni (Z e Alpha) e intende diventare realmente globale.
3. Sportivo: è il nostro core business e sempre lo sarà. Juventus significa competere ad alto livello per la vittoria, ogni giorno e in ogni competizione. La vittoria è un traguardo cui la Juventus aspira naturalmente ed ogni sforzo di tutte le donne e gli uomini della Juventus sarà indirizzato verso la vittoria, a partire dalla stagione in corso.
4. ESG: da quasi dieci anni la Società è impegnata sul tema della sostenibilità, con progetti e rendicontazione adeguata. Oggi completiamo questo impegno inserendo questa tematica a pieno titolo nel nostro modello di business. Una promessa verso le nuove generazioni, che intendiamo mantenere.
5. Politico: Il nostro settore convive da troppo tempo con alcuni problemi strutturali che se non affrontati e risolti collettivamente rischiano di pregiudicare il futuro europeo dello sport più bello del mondo.
Qui di seguito ne segnalo alcuni:
▪ L’insostenibilità finanziaria per i club, nonostante la storica crescita dei ricavi.
▪ La polarizzazione – all’interno dei campionati domestici europei di tutte le dimensioni, con un ristretto numero di club sempre vincitori e quella tra campionati europei nella quale la Premier League inglese rappresenta la massima lega calcistica mondiale, inavvicinabile per qualsiasi altro campionato domestico. Ne consegue la necessità per i club continentali di accedere alla Champions League come unica leva per limitare la perdita di terreno rispetto ai club inglesi – aumentando rischi economici e sportivi.
▪ Infine, le generazioni più giovani stanno perdendo interesse e sono meno coinvolte nello sport: secondo alcuni studi, in America storico precursore di trend e mode, il 39% della Generazione Z dichiara di non seguire mai eventi sportivi live, contro il 28% degli adulti e soltanto il 20% dei Millennial.

Sebbene molti analisti e commentatori siano concordi nel rilevare l’attuale contesto negativo, poche sono state le soluzioni presentate dagli stakeholder del calcio. E quelle portate a dibattito hanno quasi sempre incontrato uno stagnante conservatorismo, superato solamente attraverso eventi esogeni, come ad esempio la sentenza Bosman negli anni ’90. Attualmente la Corte di Giustizia Europea è di nuovo chiamata a pronunciarsi sulla nostra industry, questa volta per verificare se l’attuale struttura di governance del calcio europeo sia compatibile con il diritto comunitario. Prevedibilmente la corte emetterà il proprio giudizio nell’arco della stagione attuale e sarà estremamente rilevante per tutti gli stakeholders. Qualunque sia il risultato, Juventus è stata e sarà sempre parte attiva nel proporre soluzioni per i problemi del nostro settore, in quanto ha a cuore la sostenibilità a lungo termine del nostro comparto. L’obiettivo complessivo è mettere nuovamente al centro dell’industry tifosi e calciatori, le anime dello sport più bello del mondo, il cui cuore pulsante è nell’Unione Europea. Questo risultato va ottenuto garantendo agli investitori, rappresentati dai club, la legittima rappresentanza all’interno della governance e quindi permettendo il giusto collegamento tra il rischio imprenditoriale e il controllo della gestione economica. Le conseguenze positive delle possibili riforme potranno fornire allo sport di base, tramite le federazioni, le risorse che merita, distribuite in maniera trasparente attraverso entità dai ruoli ben definiti. Le riforme, in qualunque contesto, possono essere raggiunte solo attraverso l’ascolto e il dialogo costruttivo con tutti gli stakeholders. Juventus vuole essere parte attiva di quel dialogo. Le critiche e le delusioni, che nel calcio sono all’ordine del giorno, sono utili per crescere, non devono essere trascurate e non lo saranno. Il percorso di credibilità, che vi ho appena delineato, sarà impegnativo ma porterà risultati tangibili dentro e fuori dal campo. Juventus non si è mai fermata e, con il sostegno stabile da quasi un secolo di un azionista di riferimento e delle sue centinaia di milioni di tifosi nel mondo, intende scrivere nuovi capitoli vincenti della propria storia.

Fino alla fine…

Andrea Agnelli