Spifferi da Milanello: “Non si allena nessuno” | Calciatori in autogestione totale

La situazione a Milanello è sempre meno sotto controllo, i giocatori non rispettano le indicazioni del mister, i risultati ne sono la conseguenza
Il Milan si prepara al rush finale di una stagione dall’andamento altalenante, nonostante il cambio in panchina e le diverse trattative imbastite nella finestra di riparazione di gennaio. L’organico è all’altezza per competere per un piazzamento superiore rispetto al nono posto attuale, che significherebbe esclusione dalle coppe europee per il prossimo anno.
I rossoneri hanno fornito alcune prestazioni di alto livello, contro avversari di valore, e perso partite che erano decisamente alla portata. I tifosi sono critici nei confronti della società che pare non avere le idee chiare e una progettazione definita.
A meno di sorprese dell’ultimo momento, Conceicao è destinato a salutare, con un nuovo allenatore che avrà il compito di iniziare un ciclo che possa ripetere le ottime annate di Pioli.
La Coppa Italia rappresenta l’ultima spiaggia per qualificarsi in Europa League, un torneo che potrebbe convincere i giocatori più talentuosi a restare. Queste partite conclusive serviranno per capire su chi continuare a puntare.
Dall’Inter al Milan, la nuova vita del bomber azzurro
Un finale di stagione decisivo anche per il Milan Futuro, reduce da tre vittorie consecutive ma che, con molta probabilità, dovrà giocarsi la permanenza in Lega Pro ai play-out.
Nella rosa anche Samuele Longo, classe 1992, cresciuto nelle giovanili dell’Inter e che ha disputato il girone d’andata come fuoriquota dell’Under 23 rossonera, per poi trasferirsi all’Antequera, terza divisione spagnola, dove ha segnato 4 goal in 8 partite.

Le sue rivelazioni sorprendono i tifosi del Milan, ecco il motivo del pessimo rendimento
Il centravanti ha raccontato a Tuttosport di una totale anarchia a Milanello: “Al Milan le cose non sono state fatte al meglio. Ci sono ragazzi promettenti, di grosse capacità. Ma era difficile avere una continuità di lavoro, tanti scendevano con la Primavera, altri andavano con la prima squadra“.
Un rendimento negativo che era provocato da allenamenti poco produttivi: “A volte ci siamo trovati a fare la rifinitura in 7. Diciamo che in settimana il gruppo di lavoro non era ben chiaro. C’era troppo via vai, era difficile creare un gruppo, conoscersi bene. Tutto questo è inevitabile poi si rifletta sul campo“.