(Di Giacomo Scutiero)\r\nDolce Montenegro a Firenze, è come vedere Mutu con la testa a posto. Il Catania non si commuove, il club della rimonta. Espulso Mihajlovic, non godrà la panchina incastonata dello stadio Juve.\r\nA proposito, la Signora fa il gambero e non di un solo passo. Dallo spreco alla distrazione, dall’attenzione maniacale alla sperare non la prenda l’avversario. Che ruba nulla, anzi; Merkel è un giocatore di calcio.\r\nSorprende il primo, non il secondo tempo di Lecce. Basta notare la disposizione dei Di Francesco boys al 46°. Proteggere senza giocare spesso vale quanto gigioneggiare in area propria. Certo che le spire del Boa sono esagerate.\r\nSolo doppiette per Moralez, sono quattro su sette le esultanze dell’Atalanta. Solo una è atomica, le altre gialloblu sono solo formiche. Se Giovinco non la mette e non la fa mettere, Valdes fa quel che può.\r\nMazzarri turna e si vede che cambiare non confà al Napoli. Cagliari è un’ambasciata: non prende gol da quattro volte. Cellino continua a non perdere i picchetti di metà settimana.\r\nPiù che Lamela una bella pera. Si presenta Erik, basta così. Stekelenburg tiene a bada il bottino, timido ma piovra. Il Palermo lontano dalla Trinacria Mangia a bocconi, continuare così vuol dire patire la fame a breve.\r\nCesena non esiste, Giampaolo continua ad appuntare ma non scrive punti. Al Siena bastano le istruzioni di Sannino, mai tranquillo ma elegante in gilet.\r\nThe last but not the least l’Udinese. Novara troppo basso per l’altezza di Di Natale. La punta della piramide è colorata come sempre, ma senza la Juve a far compagnia.\r\nThiago mette altre briciole nel panettone Motta quasi consolidato di Ranieri. Maicon sta tornando a usi e costumi di un tempo. Chievo geometrico, ma non va oltre squadre e righello.\r\nLazio da biliardo, gioca di sponda con Acquafresca e Portanova. Il Bologna prova a piegare, Marchetti tiene dritta la stecca. L’asticella dice secondo piolo, Pioli in brutta compagnia al penultimo.\r\nPoco tempo per gioire, riflettere e disperarsi. Martedì c’è l’ottava.