Signora e signore, buona giornata/3 – Guastafeste
(Di Giacomo Scutiero)\r\nLo spezzatino va sul fornello martedì, scaldato mercoledì e tolto dal fuoco ieri. A Milano è autunno vero. Tre punti, zero vittorie, tredici gol subiti. In due.\r\nA Novara cuoce l’Inter, il bonus è un ricordo. Sneijder mediano, il colpo Alvarez e Pazzini in disparte. Gasperini se la cerca, la cacciata arriva. Insieme a Ranieri, che in conferenza sciorina lodi alla società dimenticando quello stile.\r\nIl Faraone è piccolo come il Milan, la vittoria è datata Supercoppa. In attesa dei rientri, anzi del rientro grande una piramide che cambia la squadra. Di la siede il miglior tecnico italiano. In panchina come in bici, Guidolin stacca tutti.\r\nEssere più fiducioso dopo un pari in casa che dopo due vittorie. Capita. Vucinic prima serve poi strappa la tovaglia apparecchiata, la Juve incassa solo su palla ferma (vero De Ceglie?). Trentacinque minuti in inferiorità, comunque uno stillicidio per il Bologna. Conte fa il suo lavoro, Gava meno.\r\nMazzarri esagera, elide l’attacco. Fernandez, Fideleff e Pandev non valgono i riposanti. Moscardelli indovina il colpo, il Chievo batte il Napoli per la terza volta consecutiva.\r\nMutu ricorda chi è, la Lazio è sorpresa. Il Profeta e Klose rovesciano la partita e fanno sorridere lo stressato Reja. Lotito no-limits ai microfoni, la D’Amico sulla difensiva.\r\nIl carro è armato, Denis senza pietà. Tre settimane, tre cannoni. Da meno sei a sette. L’Atalanta, senza penalizzazione, è prima. Complimenti e un vaffanculo a Scommessopoli.\r\nCresce il possesso della Roma, tiri in porta e punti no. Prevedibile. Con centravanti a correre male, di continuo bucata ai lati. Cinque palle gol concesse al Siena, in casa. Osvaldo fa il primo dei venti promessi, Vitiello spenge Luis Enrique e accende Sannino.\r\nDomani piatti (anticipi) ricchi, il sipario lo richiude Totti.