Dopo quella di Monaco, decido di recarmi a Siena per assistere ad un altra gara delicata nel travagliato inizio di stagione bianconero. La giornata inizia presto: parcheggio abbastanza distante dal centro città e dalla fortezza – dove si trova lo stadio – per evitare l’ingorgo post partita e, dopo una buona dose di scalinate, arrivo a destinazione. La città – bellissima – si sta preparando alla partita e noto con piacere che i tifosi juventini si mescolano pacificamente a quelli senesi. Alle 13:00 sono già dentro all’orrido stadio Franchi (non me ne vogliano i senesi, ma è veramente brutto) e mi sistemo nell’ultima gradinata a sinistra della porta, dalla quale si ha una visuale molto buona di tutto il campo. Col passare del tempo sia il settore ospiti che quello attiguo (Curva San Domenico), riservati ai tifosi juventini, si riempiono: con gioia noto la presenza di tante famiglie con bambini. Ci prepariamo ad una bella giornata di sport. \r\nIl Siena non naviga in buone acque: la settimana prima della partita è contraddistinta da varie contestazioni dei tifosi toscani nei confronti della dirigenza, dell’allenatore Giampaolo e – in misura minore – dei giocatori. Scritte inneggianti a Beretta (il tecnico che ha portato la squadra per ben due volte dall’ultimo posto alla salvezza, esonerato in maniera inspiegabile dalla società per ingaggiare Marco Giampaolo) compaiono nel corso degli allenamenti, davanti alla sede della società e anche nel centro storico, in prossimità di “Sogno Siena“, il negozio ufficiale di merchandising della società. Difficile non capire i tifosi: il Siena, con un altra batosta, rischia di rimanere ultimo o al massimo penultimo in classifica; da inizio stagione, quella senese è stata una trasferta fruttuosa per tante, troppe squadre (in casa, finora, solo due pareggi con Chievo e Livorno). Ma veniamo al presente. Alle 13:45 entrano sul prato i giocatori di Juve e Siena, ancora con la divisa ufficiale, tutti accolti da un ovazione da parte del pubblico. Dopo una mezz’oretta, inizia il riscaldamento, fondamentale per capire con quale schieramento Ferrara intende affrontare questa trasferta. Di Iaquinta (problema muscolare) già sapevamo, ma non ci immaginavamo certo di vedere in campo tutti in una volta Poulsen, Molinaro, Grygera e De Ceglie (rieccolo!)…le bestemmie dei tifosi juventini – siamo in toscana, praticamente un intercalare – piovono copiose.\r\nSono le 15:00, inizia la gara. Come già intuito, la Juventus si presenta a Siena con Buffon in porta, Grygera e Molinaro esterni di difesa, Legrottagli e Chiellini al centro, Melo e Poulsen con De Ceglie a centrocampo, Trezeguet ed Amauri di punta con Diego a supporto. In pratica, turn-over a manetta e ritorno al rombo. La curva juventina continua nei mugugni: in tanti si domandano perchè lasciar fuori gente come Giovinco o Càceres in una partita come questa; ok il turn-over (mercoledi arriva la splendida Sampdoria di Cassano e Pazzini a Torino…), ma cambiare tutto nuovamente per tornare ad un rombo che ha deluso e non poco finora, pare veramente inspiegabile.\r\nInizia la partita: col passare dei minuti i mugugni diventano assordanti. La Juventus è incapace di costruire gioco, Molinaro diventa il nostro terminale offensivo preferito (praticamente gioca da ala…), con le conseguenze che chiunque puo’ (e poteva) immaginare, data la carenza cronica a tutti i livelli del terzino banconero. De Ceglie si sbatte a centrocampo, ma inutilmente; duetta a più riprese in maniera blanda con Molinaro, con scarsi risultati. Poulsen non ha nulla da mordere, quindi si diletta catastroficamente in lanci lunghi verso le punte. In avanti Amauri si adopera come sempre, ma non ha in Diego un partner idoneo ne per le sponde ne per altro. Trezeguet l’ho visto decine di volte cercare palla a centrocampo….\r\nSe a sinistra siamo messi male, figuriamoci a destra: Grygera non offende (e come potrebbe?), vanificando di fatto le funzionalità del rombo, il quale necessita obbligatoriamente di due terzini che spingono. Diego invece di agire tra le linee di centrocampo vi si nasconde, giocando un primo tempo pressochè anonimo, in linea con quello di tutta la squadra. pare evidente che manca un Giovinco per gli scambi in velocità, ma non per Ferrara…Uniche azioni degne di nota sono un bell’appoggio proprio di Diego a Molinaro che non stoppa e una punizione del brasiliano sulla testa di Chiellini che sbaglia di poco. Per contro, l’unica vera palla-goal ce l’ha il Siena: Jajalo al limite dell’area suggerisce bene per Ekdal il quale tenta il palloneto su Buffon in uscita: il portierone juventino vanifica il tutto con uno “schiaffo” da cestista al pallone, gesto che in terra senese di certo avranno apprezzato in molti. Il primo tempo di Siena-Juve è tutto qui, con la squadra toscana arroccata nella propria trequarti ed una Juventus incapace di costruire, gioco senza palla prossimo allo zero e due attaccanti “di peso” mai serviti decentemente con un cross dal fondo. Dopo un intervallo pieno di speranze (Ferrara DEVE cambiare qualcosa…) ed improperi di ogni qualità nei confronti di Molinaro, Grygera e Poulsen da parte della curva juventina, finalmente un po’ di luce: Ferrara fa entrare subito Càceres a destra al posto di Grygera. E Camoranesi si scalda.\r\nLa Juve prova a partire forte: subito un palo di Chiellini, anche se era in fuorigioco. La difesa, nel frattempo, si schiera addirittura a tre, con quattro centrocampisti e Diego dietro alle due punte: un altro cambio di modulo (il terzo in due partite). Finalmente entra Camoranesi e grazie alla classe dell’oriundo, unitamente ad una collocazione tattica più idonea per Diego, la Juve giochicchia. I minuti scorrono ed il forcing bianconero diventa sempre più pericoloso: prima della punizione-chiave (ammonito Codrea), Amauri aveva avuto una bella palla-goal, vanificata da un ottimo intervento di Brandao. Poi, finalmente, la rete del vantaggio: solita pennellata di Diego in area, Amauri si avventa sul pallone ed è 1-0. Il goal juventino mette praticamente fine all’incontro: il Siena ha retto fino che ha potuto ed adesso non ne ha più. Il buon (?) Ciro arretra De Ceglie in difesa e passa ad un 4-4-2 di contenimento. Gli ultimi 20 minuti sono buoni per segnalare solo la positiva prestazione di Càceres in copertura (speriamo che Ferrara l’abbia notata: sarebbe ora) ed una spettacolare rabona di Diego a liberare Amauri in area, tanto per ricordare a tutti, ma soprattutto a se stesso, chi sia il brasiliano ex Werder.\r\nIl gioco? Non si è visto, se non a tratti nel secondo tempo. L’innesto di Càceres e Camoranesi, con successivo cambio di modulo, ha snellito un po’ la macchinosissima trama bianconera a centrocampo. Ma siamo lontani, veramente lontani dalla soluzione. Diamo a Ferrara ancora una volta una scusante (il turn-over in vista della prossima partita, mercoledi con la Samp), ma se un generoso Amauri non avesse buttato in porta quel pallone, avrei voluto vedere con che spirito si andava ad affrontare quella che finora è la squadra che gioca il miglior calcio in Italia.\r\nFrancamente quattro cambi di modulo in due partite credo che sia un record mondiale: dal rombo iniziale siamo passati al 4-2-3-1 della gara col Maccabi, per poi tornare ancora al rombo di ieri nel primo tempo, al quale è seguito prima il 3-4-1-2 e poi l’accorto 4-4-2 finale. E’ palese che Ferrara ha parecchia confusione in testa: figuratevi i giocatori in campo. E non aggiungo altro. A questo punto la curiosità sugli uomini che saranno schierati in campo mercoledi sera è tanta: se un Giovinco in forma è stato risparmiato ieri pomeriggio, al pari di Grosso, Sissoko e – parzialmente – Camoranesi, pare scontato un ritorno al 4-2-3-1, con tre mezzepunte dietro Amauri. Ma non escluderei – e non mi auguro – un approccio più morbido, tipo un rombo “scalabile” a 4-4-2 già visto nell’ultima mezz’ora a Siena: daltronde è “meglio avere paura che buscarne“, giusto Mister?\r\nSu tutti segnaliamo Chiellini, Buffon (una parata, ma veramente decisiva) e Amauri, se non altro per il goal partita.\r\nPS: il post gara si è risolto in una tranquilla defluenza dallo stadio da parte dei tifosi juventini e senesi. I toscani hanno poi raggiunto la sede sociale per una protesta animata nei confronti di dirigenza, allenatore e giocatori, iniziata sin dallo stadio con il blocco del pullmann della squadra. Da rimarcare, infine, la “solita” contestazione nei confronti di Cannavaro – rimasto da solo in campo per effettuare qualche accelerazione dopo la gara – da parte di uno sparuto gruppo di “tifosi organizzati”, il quale era stato salutato poco prima calorosamente da tutta la curva (contraccambiata). Parafrasando Dante, dato che siamo in terra toscana, aggiungerei solo un consiglio a Fabio: “Non ragioniam di lor, ma guarda e passa“.\r\n\r\nFracassi Enrico – Juvemania.it