Shakhtar Donetsk-Juve: la chiave tattica
4-2-3-1 vs 3-5-2. In palio il primo posto del girone, in palio soprattutto l’onore e il prestigio. La splendida cornice del bellissimo impianto della Donbas Arena ospiterà il match tra gli ucraini dello Shakhtar Donetsk già qualificati e la Juve che ancora cerca il punto per la qualificazione matematica. Sembrano sulla carta fare pochi calcoli i due allenatori: formazioni tipo e lotta aperta in campo. La squadra ucraino-brasiliana è imprevedibile. Una macchina da guerra dalla cintola di centrocampo in su: Hubschman, il ceco, lo schermo davanti alla difesa, Fernandinho unisce fosforo e tanta qualità con i piedi, la batteria dei trequartisti garantisce tecnica, fisicità, estro, scaltrezza. Willian, Teixeira e l’armeno Mikhitaryan sono i moschettieri che affiancano Luiz Adriano.\r\n\r\nQuella di Mircea Lucescu è una formazione molto abile tecnicamente, frizzante, veloce nelle ripartenze, abille nel possesso palla. Difficile davvero da affrontare. Ma, come tutte le squadre, ha dei punti deboli. Difesa non proprio impermeabile e tenuta mentale. Lì la Juve deve andare ad infiltrarsi nelle piaghe di un pacchetto arretrato protetto da Pyatov e che però può contare anche su deu ottimi cursori di fascia come Rat e soprattutto Dario Srna. La Juve scenderà in campo col dubbio Chiellini: la fisicità del centrale toscano potrebbe essere determinante. Al suo posto potrebbe essere impiegato Caceres.\r\n\r\nPirlo sarà marcato dal trequartista armeno, mentre Lichsteiner dovrà essere aiutato a turno da Vidal e da Barzagli per frenare le folate di Willian, all’andata risultò immarcabile. Potrebbe essere la serata di Mirko Vucinic. Davanti a platee del genere il montenegrino si esalta e le sue doti potrebbe risultare letali per la macchinosa retroguardia arancione. Potrebbe finire con uno scialbo 0-0, o magari uno 0-0 combattuto con occasioni, o magari potrebbe finire in un pirotecnico 2-2. L’importante è che la squadra di Conte esca dalla bellissima Donbas Arena con almeno un punto.