Maurizio Sarri non ha usato mezzi termini, al termine dell’amichevole Juventus-Atletico Madrid, per spiegare l’attuale situazione dei bianconeri sul mercato. “In questo momento in sei fuori dalla lista Champions, magari faremo scelte che non vorremmo. Gli ultimi 20 giorni di mercato saranno difficili per noi, è una situazione difficile, imbarazzante”, ha sottolineato il nuovo mister della Vecchia Signora. La rosa della Juventus è già molto attrezzata, sicuramente la migliore d’Italia e una delle migliori d’Europa, ma non è quella che si aspettava Sarri. Ci sono troppi giocatori che non rientrano nei piani dell’allenatore e della società, ma che non si riesce a cedere o non vogliono andar via rifiutando tutte le destinazioni proposte.
Una situazione che costringerà la Juve a cedere con ogni probabilità elementi che invece Sarri avrebbe voluto tenere oppure a rinunciare ad alcuni degli obiettivi di mercato in merito ai quali l’allenatore aveva dato indicazioni Paratici e Nedved. Insomma, inutile parlare di altri acquisti (Sarri vuole una prima punta che non sia né Higuain né Mandzukic) perché attualmente la rosa bianconera consta di 28 elementi, 26 dei quali potranno giocare in Serie A, ma solo 22 in Champions League. In poche parole: bisognerà cederne 6 per mettersi in pari, poi per ogni acquisto bisognerà fare ulteriori cessioni.
Le preoccupazioni di Sarri derivano proprio da ciò: se non si è riusciti a venderli in un quasi due mesi (il mercato è iniziato ben prima dell’1 luglio), come si riuscirà in 20 giorni a liberarsi di almeno 7-8 giocatori in modo tale da accontentare l’allenatore? La differenza tra limitazione agli Under 21 tra Italia ed Europa e quella sui club trained player (Rugani, ad esempio, lo è solo in Italia ma non in Europa) hanno impantanato il duo Paratici-Nedved.
Sarri mette nel discorso un po’ tutto, ma ha ragione, perché nel suo conteggio prende in considerazione ad esempio anche Perin (per il quale si sta cercando quasi disperatamente una sistemazione dopo il mancato trasferimento al Benfica) e Pjaca (rientrato dalla Fiorentina dopo la rottura di un altro crociato e difficilmente cedibile). Pur lasciandoli fuori dalle liste, si tratta di stipendi importanti che gravano sul bilancio bloccando anche le nuove operazioni in entrata. In alcuni casi, le cessioni saranno obbligate e accorceranno la coperta in taluni ruoli. Nelle prossime ore sarà definita la cessione in prestito di Pellegrini per fare magari un posto in più in attacco, ma questo costringerà Sarri a rimanere con tre terzini.
Al momento il monte ingaggi della Juventus è di oltre 150 milioni di euro, il doppio di quello dell’Inter, tanto per fare un esempio. Bisogna inevitabilmente alleggerirlo in maniera razionale e senza creare scompensi nella rosa. A tal proposito uno dei sacrificati sarà Rugani (ieri nemmeno un minuto contro l’Atletico Madrid), poiché 5 centrali sono ritenuti troppi dal tecnico. Poi toccherà inevitabilmente ad uno dei 7 centrocampisti (Khedira o Matuidi) e a due attaccanti tra Higuain, Mandzukic e Dybala. Un’impresa titanica, una situazione davvero imbarazzante della quale (e ci mancherebbe) per ora Sarri non accusa la dirigenza, ma “il mercato che non ci viene incontro”. Il mercato, si sa, è come la fortuna, aiuta gli audaci. Ed evidentemente dalle parti della Continassa, il nuovo corso guidato da Paratici e Nedved forse non lo è stato abbastanza.