Eniola Aluko lascia la Juventus Women e lo fa polemicamente. Attenzione, dietro il suo addio non ci sono problemi con la società bianconera, bensì contro il contesto nel quale ha dovuto lavorare da quando è sbarcata in Italia. «A volte Torino sembra un paio di decenni indietro rispetto all’apertura verso diversi tipi di persone», dice la Aluko nella rubrica che tiene sul quotidiano inglese The Guardian. La calciatrice inglese ma di origini nigeriane, dunque, lascia intendere che la motivazione del suo addio alla Juve sia solo culturale.
«Mi sono stancata di entrare nei negozi e avere la sensazione che il titolare si aspetti che rubi qualcosa – continua il post della calciatrice – . Può capitarti tante volte di arrivare all’aeroporto di Torino ed essere trattata come Pablo Escobar per via dei cani anti-droga intorno a te. Non ho mai avuto problemi di razzismo dai tifosi della Juve né in campionato, ma c’è un problema nel calcio italiano e in Italia. La risposta che viene data mi preoccupa: dai presidenti ai tifosi del calcio maschile che lo vedono come parte della cultura del tifo».
Parole pesanti e che tracciano un quadro che purtroppo bene conosciamo. Ci lasciamo però plessi la tempistica e i modi: perché la Aluko non ha alzato il suo grido quando era dentro a questo contesto e lo ha fatto solo ora che ne è praticamente fuori? Probabilmente la sua denuncia pubblica avrebbe potuto avere maggiore efficacia e avrebbe aiutato maggiormente a migliorare le cose.