Scudetto di cartone, Premiopoli, affare Pandev… Quante risposte si attendono ancora da Palazzi!
Chissà se a Roma, nel crocicchio tra via Allegri (Figc) e via Po (sede della Procura Federale, fortino di Palazzi), hanno letto bene le parole affilate di Andrea Agnelli rese nell’intervista apparsa su Tuttosport sabato scorso. Perché la misura della pazienza bianconera riguardo alle risposte esaurienti da fornire sul caso dell’esposto presentato dalla Juve ben 219 fa al Procuratore federale, Stefano Palazzi, è decisamente colma. E non ha contribuito l’arzigogolo proposto da Abete per cui i tempi federali non sono quelli bianconeri. Non è stato gradito, a Torino, nemmeno il conteggio dell’attesa di una risposta sullo scudetto malamente assegnato all’Inter nel 2006, in base ad un teorema morale disconfermato dalle nuove intercettazioni emerse da aprile in poi a Napoli. Nessun aggiornamento ad inizio ottobre quando sono state disponibili le trascrizioni ufficiali, vista la rapidità con cui nel 2006 s’è proceduto ad affossare la Juve basandosi solo sulle informative e le tesi accusatorie dei pm. Unica consolazione per chi – come ha detto Agnelli a Tuttosport – sta per «chiedere altre spiegazioni», il fatto che l’ufficio di Palazzi regala deferimenti postdatati a molti altri.
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DEFERIMENTO CELLINO
\r\nDi ieri la notizia davvero scioccante che è stato deferito (giustamente a nostro avviso) il presidente Cellino che il 18 maggio («e senza aver smentito entro le 48 ore») aveva espresso giudizi lesivi del collega del Cesena, Campedelli («i giocatori non prendono soldi da dicembre – disse – e lui sta alle Seychelles»). Sette mesi per indagare su queste dichiarazioni?
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AFFARE PANDEV
\r\nNon stupisca neanche questo, visto che un giovane emergente sostituto procuratore romano ha nelle mani dalla fine di giugno scorso l’indagine completata sulle presunte e denunciate (da Lotito) trattative anticipate tra Inter e Pandev: vi sono evidenze interessanti, pare, su spostamenti da e per la Macedonia, qualche contraddizione. La questione è finita poi al Collegio arbitrale con la risoluzione del contratto del macedone, passato a zero euro da Mourinhoa gennaio grazie alle vessazioni patite a Formello. Ma l’indagine è andata avanti e Lotito attende di sapere da sei mesi che ne sarà di quella spinosa vicenda. Si metta in fila, il consigliere federale (se torna in cf) Lotito. Anche perché di matriale scottante per le mani di Palazzi ne passa un bel po’, ma qualcuso di ignifugo riesce a far maneggiare con tanta cautela patate così bollenti: l’esempio del deferimento a scoppio ritardato e tenuto segreto fino alla pubblicazione di Tuttosport sull’affaire Milito-Motta è esemplificativo. Sempre alla tarda primavera del 2010 risalgono interessanti indagini su scommesse e calciatori che coinvolgono trasversalmente le diverse serie professionistiche. Attendiamo: qui c’è la magistratura penale di mezzo.
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CAPITOLO PREMIOPOLI
\r\nL’attivismo, però, talvolta diviene sorprendente: prendete il caso di Premiopoli. Qui è lo stesso presidente federale Abete che ha rassicurato un dirigente di club, l’ad catanese Lo Monaco parte lesa del sospetto giro di premi di formazione fatti pagare ai club pro e che ha confermato a Tuttosport la circostanza, che Palazzi aveva avocato a sè l’indagine per accelerare i tempi (sic). Il tutto proprio nelle ore in cui la comunicazione ufficiale dell’avocazione (fatto assai insolito) veniva inviata agli 007 che avevano scoperto lo strano meccanismo di assegnazione dei soldi ai club dilettantistici. Di certo c’è che l’insolito passaggio di consegne all’interno della Procura è arrivato quando s’è chiesto di dare un’occhiatina all’ufficio del collaboratore Pichi, dimessosi ad agosto dopo i primi articoli su Premiopoli di Tuttosport.
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(Di Alvaro Moretti per ‘Tuttosport’)
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