Niente di nuovo sotto il sole. Come anticipato qualche settimana fa da John Elkann la Juventus di Andrea Agnelli chiederà la revoca dello scudetto 2005-06 all’Inter (pur non nominando mai la squadra nerazzurra nella nota ufficiale), ma non richiederà la restituzione dei due tricolori, né tantomeno indennizzi pecuniari per le condanne di Calciopoli. Nonostante quanto sta venendo fuori dal Processo di Napoli, la Juventus mantiene la linea tenuta negli ultimi quattro anni basata sulla sostanziale ammissione di colpevolezza e sulla non titolarità dello scudetto 28 e 29 da parte della stessa società. Una cosa che equivale a dire: “noi li abbiamo rubati e giustamente non li rivogliamo, ma almeno quello dato all’Inter toglietelo”. Ecco la nota ufficiale. \r\n”Nel corso della seduta odierna, convocata per l’approvazione della terza trimestrale di bilancio, il Consiglio di Amministrazione della Juventus ha deliberato di inviare ai presidenti di Coni e Figc, alla Procura Federale e al Procuratore Federale Capo un esposto nel quale si richiede la revoca della decisione di assegnare lo scudetto della stagione 2005-2006. Come aveva anticipato John Elkann lo scorso 29 aprile, la Juventus chiede dunque un trattamento equo. La premessa del documento è infatti che «il movimento sportivo si basi e si fondi sulla lealtà tra – e nei confronti de – gli affiliati, nonché sulla equità e parità di trattamento».\r\nNel comunicato del 26 luglio 2006, nel quale il Commissario Straordinario della Federcalcio motivava la decisione di assegnare lo scudetto 2005-2006 si leggeva che «gli organi federali possono intervenire con un apposito provvedimento di non assegnazione quando ricorrono motivi di ragionevolezza e di etica sportiva, ad esempio quando ci si renda conto che le irregolarità sono state di numero e portata tale da falsare l’intero campionato ovvero che anche squadre non sanzionate hanno tenuto comportamenti poco limpidi».\r\nCome noto, le ragioni che portarono alla condanna in sede sportiva della Juventus riguardavano principalmente i rapporti tra gli allora dirigenti della società ed esponenti della classe arbitrale oltre che della Federazione.\r\nNell’esposto presentato oggi si fa esplicito riferimento alle novità emerse nel procedimento penale in corso presso il Tribunale di Napoli, che rivelano l’esistenza di una «fitta rete di contatti» tra esponenti della società beneficiata dell’assegnazione a tavolino dello scudetto 2005-2006 e tesserati del settore arbitrale. Tali contatti rappresentano, secondo i criteri adottati dalla Procura Federale nel giudizio a carico della Juventus, la violazione dei principi di lealtà, probità e correttezza sanciti dall’articolo 1 del Codice di Giustizia Sportiva. È convinzione della Juventus, pertanto, che venga meno il presupposto della decisione assunta dal Commissario Straordinario della Federcalcio nel 2006: l’inesistenza, cioè, di «comportamenti poco limpidi» addebitabili alla squadra che risultò prima classificata dopo la penalizzazione delle altre”.