Ha azzeccato il pronostico Mario Sconcerti: il noto giornalista e commentatore TV, alla vigilia del big match tra Juventus e Milan aveva dichiarato senza mezzi termini che i bianconeri erano i favoriti rispetto ai campioni d’Italia. Il campo alla fine gli ha dato ragione, anche se l’ex dirigente viola tende a puntualizzare oggi dalle colonne del ‘ Corriere della Sera’, quali siano stati i fattori che hanno fatto la differenza ieri sera allo Juventus Stadium: “La Juve ha sfinito il Milan sulla corsa e la fatica. Non grande gioco, pochi tiri nello specchio, ma un comando generale della partita – scrive Sconcerti oggi sul quotidiano milanese -. Il Milan alla fine ha ceduto di schianto, come chi sa di aver ormai zoppicato troppo. La partita conferma che si è ben avviati sulla strada del ritorno al gioco verticale. Lo fa l’Udinese, lo fa la Juve e anche il Napoli. L’aggiunta è il contropiede di prima, velocità e agonismo, quindi classe individuale. È questa l’evoluzione, il contropiede della squadra, non dei singoli, il piccolo concetto che potrebbe mettere d’accordo anche il vecchio metodo complessivo di Sacchi. È sorprendente la trasformazione della Juve, Conte le ha dato un’anima, la società le ha dato anche qualche giocatore importante. Stavolta ha pesato ovviamente Marchisio, il Tardelli di noialtri, forse il simbolo dell’italianità nel calcio, più intelligenza che fisico, più corsa che classe, ma capacità di mettere insieme tutto. La Juve di Conte cerca sempre di giocare. Anche il Milan lo fa ma lentamente. La Juve tenta strade dirette, percorsi lineari che non tutti conoscono. Per questo resta fuori Matri, per questo Krasic continua a essere un intruso, perché non sanno rendere la palla. Per questo Vucinic è l’uomo simbolo di questa Juve, forse perfino più di Pirlo: perché sa fare entrambe le cose, il centravanti e la sponda. Il Milan c’è stato solo negli intervalli della Juve. Se l’avversario corre sempre, il destino del Milan è esserci poco. Il punto è quanto la Juve potrà continuare a correre così, ma non è una domanda di adesso. Ora è tempo di restituire alla Juve il piacere di essere in testa al campionato. E al Milan una riflessione forse definitiva”.