Scommessopoli trovati gli assegni: 150mila euro erano per Inter – Lecce

Due giorni di confessioni e c’è quasi più niente da scoprire. Un investigatore lo dice senza tanti giri di parole: “Adesso potrebbero fare scena muta tutti quanti, tanto abbiamo già le prove di tutto…”. Ci sono le confessioni. Ci sono le intercettazioni. E ci sono pure le fotocopie di assegni postdatati per 500 mila euro a garanzia delle puntate, trovate nello studio dei commercialisti bolognesi Manlio Bruni e Francesco Giannone, il primo agli arresti domiciliari e il secondo in carcere, il primo ancora da sentire, il secondo ha già riempito tre ore di verbali assai circostanziati. \r\nNelle sue confessioni fiume Francesco Giannone racconta anche il meccanismo delle giocate dei «bolognesi». Per aggirare controlli fiscali ed evitare bonifici che avrebbero potuto lasciare tracce, le puntate venivano fatte contattando gli emissari esteri, soprattutto a Singapore, che effettuavano poi le giocate ricevendo indicazioni sulla parola.\r\nTra quelli messi peggio dalle rivelazioni di Francesco Giannone c’è Beppe Signori, l’ex bomber della Nazionale agli arresti domiciliari. Francesco Giannone ha raccontato di più e più incontri di Beppe «duecento gol» Signori negli uffici dei due commercialisti dove venivano pianificate le giocate. E dove Signori punta forte su Atalanta-Piacenza del 19 marzo di quest’anno, addirittura 150mila euro su Inter-Lecce del giorno dopo, su Benevento-Pisa del giorno dopo ancora e su Siena-Sassuolo del 27 marzo. C’è da scommettere che sarà tutta in salita la difesa di Beppe «duecento gol» Signori, quando mercoledì comparirà davanti al giudice Guido Salvini. Gli investigatori hanno copia degli assegni delle sue giocate. Così come quelle di Marco Paoloni, l’ex portiere della Cremonese che aveva «addormentato» a botte di tranquillanti i suoi compagni di squadra durante la partita con la Paganese. Gli investigatori hanno gli assegni e l’ex giocatore che due giorni fa aveva fatto scena muta, starebbe pensando di raccontare almeno la sua verità nell’interrogatorio già fissato per venerdì di settimana prossima davanti al pubblico ministero Roberto Di Martino.\r\nSe Beppe «duecento gol» Signori è messo male, non sembra stare meglio Cristiano Doni, il capitano dell’Atalanta pure lui finito sotto inchiesta. La squadra si è appena guadagnata la serie A. La giustizia sportiva ha già chiesto gli atti alla Procura di Cremona per capirci meglio. Un investigatore cremonese si sbilancia: “La situazione giudiziaria di Cristiano Doni si è fatta critica. Di riflesso l’Atalanta…“. Di Cristiano Doni parlano e a lungo altre due persone interrogate ieri che arrivano davanti al giudice Guido Salvini di filata dal carcere di Cremona. Il primo ad essere sentito è Gianfranco Parlato, collaboratore tecnico della Esperia Viareggio con un passato da calciatore. Confessa la combine su Spal-Cremonese del 16 gennaio, ammette i rapporti con Carlo Gervasoni il calciatore del Piacenza chiamato ad avvicinare Cristiano Doni per la combine di Atalanta-Piacenza, va fino a Reggio Emilia per ritirare 30 mila euro dagli «zingari» per manipolare Taranto-Benevento. Il suo avvocato Achille Macrelli racconta che negare a questo punto sarebbe stato impossibile: “Ci sono le intercettazioni telefoniche, come si fa…”. Si fa che in coda alle confessioni ci si mette pure Giorgio Buffone, direttore sportivo del Ravenna calcio, pure lui in carcere a Cremona. Il suo avvocato Francesco Bruzzese assicura che il manager giocava mica per fare i soldi: “Lo faceva per ripianare i debiti della squadra…”. Tanti debiti, a giudicare del lavorio assai intenso di Giorgio Buffone che per organizzare le «combine» contatta il presidente dell’Alessandria in Lega Pro, contatta la dirigenza del Verona prima di un incontro col Ravenna, cerca di infilarsi in Reggiana-Ravenna, fa affari con un gruppo di scommettitori albanesi e alla fine tiene i contatti con il preparatore del Ravenna Nicola Santoni che doveva contattare il suo amico Cristiano Doni per trovare un accordo prima di Ascoli-Atalanta. Certo bisogna provarlo il coinvolgimento di Cristiano Doni. Ma che lui e Nicola Santoni fossero amici mica è un mistero. Insieme avrebbero dovuto partecipare a un evento ai bagni «I figli del sole» a Cervia in programma per il 27 giugno. L’evento rimandato a tempi migliori, tanto per rimanere in tema doveva essere il torneo di carte «Poker confidential».\r\n\r\nLe intercettazioni\r\n\r\nSe Doni gli dà la mano…\r\nÈ l’11 marzo, Giorgio Buffone, direttore sportivo del Ravenna (interrogato ieri) e il dentista Marco Pirani parlano di Ascoli-Atalanta.\r\nBuffone: «Ecco al volo una cosa se è possibile farla perché sono qui con il mio amico no… quello che ha gestito un po’ la situazione».\r\nPirani: «Sì»\r\nB: «E mi stava dicendo lì che si è sentito con… con Doni di là no?».\r\nP: «Sì».\r\nB: «Allora m’ha detto secondo te … te lo dico a te… cerchiamo di farlo perché giustamente anche per … così siamo più sicuri… Se Doni va lì e gli dà la mano all’inizio della partita no? eh … e gli dice … ti mando i saluti di Nicola capito…».\r\nP: «Eh di Nicola no».\r\nB: «Dico Nicola è uno… un nome a caso voglio dire… Marco, ti è…». P: «Come no… Marco sì».\r\nB: «Eh allora fagli così… gli dici così che verrà il capi… eeh … Doni gli dirà a lui… oh ti porto i saluti di Marco … eh e lui gli dice … ah da… grazie… insomma metti tu qualche parola».\r\n\r\nTutte quelle che abbiamo toccato\r\nÈ il 27 febbraio, ore 18.45, quando Massimo Erodiani, il tabaccaio, e Marco Pirani il dentista parlano di scommesse e di partite che sono riusciti e truccare.\r\nErodiani: «Eh, uno a uno …. è andato in vantaggio il Ravenna eh… zero a uno poi in cinque minuti gli ha fatto il 2 a 1 eh… il… secondo me una settimana del genere… un week-end del genere non ci ricapiterà più»\r\nPirani: «La prossima volta .. facciamo quello che ti senti te … senza far saper niente a nessuno».\r\nE: «No, la prossima volta… è un casino perché… secondo me non ci ricapita più una cosa del genere e tutte le partite che abbiamo toccato nel senso… abbiamo cercato di combinarle, o di un voce o di un’altra… sono uscite tutte. Tutte, tutte. Per non metterci la Cremonese eh che la Cremonese… l’amico nostro (il portiere Marco Paoloni, ndr)… c’aveva detto: massimo x, ci puoi giocare la casa. Però m’ha detto».\r\nP: «Che ha fatto?».\r\nE: «Uno a uno. Però là… là è un altro discorso no, non vado a rischiare neanch’io. Anche a cose fatte ti direi… non la facciamo… capito? Però quando tu ieri sera poi hai ricevuto la telefonata della Paganese che io già sapevo, tu mi hai dato solo una conferma … ti ho raccontato quello che è successo quando è andata la Spal… questi si devono salvare là sotto, in un modo o nell’altro».\r\n\r\nC’ho un grande a Bari…\r\nGianfranco Parlato, collaboratore tecnico dell’Esperia Viareggio, e Massimo Erodiani discutono di partite e di un ex giocatore a Bari, probabilmente si riferiscono ad Antonio Bellavista uno degli arrestati. È il 28 febbraio e sono 16.28.\r\nErodiani: «Ma tu che pensi meglio l-x o x 2?».\r\nParlato: «Eh no meglio lasciarla stare allora se devo battezzare l’x preferisco battezzarne un altro… il Siena o il Novara cose così ma…».\r\nE: «Ma tucosa dici che il Novara vince?».\r\nP: «Ma in casa non perde mai»\r\nE: «Lo so ma l’x non te lo quotano».\r\nP: «No. Ok …».\r\nE: «Manco il segna gol… ho visto il Novara ha sempre segnato in casa, sempre».\r\nP: «Sì… sì… ma senti poi una volta che stasera è tutto a posto ci vediamo con calma che ti devo mandare da una parte a parlare con uno che mi ha chiamato prima… peccato che sta fuori .. è un nostro uomo uno dei nostri che mi ha detto che c’ha la possibilità di farci avere prima tutto quanto… è un grosso cavallo è …»\r\nE: «Di dov’è di dov’è?».\r\nP: «Di giù di giù di Bari».\r\n\r\nUna cucuzza per tutti…\r\nErodiani e Marco Paoloni, portiere del Benevento, discutono di Benevento-Cosenza. Per la corruzione dei giocatori vengono stanziati 100 mila ero. È il 23 febbraio ore 14.\r\nPaoloni: «M’hanno riconfermato che è tutto a posto… quindi c’è solo da riuscire a vedé».\r\nErodiani: «Tanto gliela faccio a vincere mica devono perdere»\r\nP: «… si si… è uno?».\r\nE: «…dovrebbe essere uno sì, se loro me lo dicono si sa con chi la gioco».\r\nP: «Perché quelli su non c’è niente?»\r\nE: «No non gliene frega un c… e sono tutti… sono proprio tutti».\r\nP: «… ho capito».\r\nE: «…. difatti sai cosa hanno chiesto? Una cucuzza per tutti (100.000 euro per tutti da dividere, n.d.r.)».\r\nP: «Uno zero zero?».\r\n\r\nStanno scannatissimi\r\nIl motivo per cui i giocatori del Cosenza andrebbero a perdere lo spiegano in una intercettazione del 20 febbraio a mezzanotte, sempre Erodiani e Paoloni.\r\nP: «Devi riuscire… quegli amici tuoi che dicevi tu, che ti davano quei soldi… loro giù stanno scannati».\r\nE: «Eh… stanno scannatissimi»\r\nP: «Stanno scannati… mi ha detto che loro oggi… pensa te, oggi la volevano fare».\r\nE: «Hanno pareggiato oggi».\r\nP: «Sì lo so… la volevano fare oggi mi stava a dì… perché non c’hanno avuto modo che quegli altri, che i soldi quegli altri non li davano».\r\nE: «Mamma… incomprensibile … i balletti».\r\nP: «Ma Balletti è scarso, l’ho visto giocare martedì. Troppo scarsi oh».\r\nE: «Ema a voi che vi stanno achiedere?».\r\nP: «Perdono».\r\nE: «Vengono a perdere?».\r\nP: «Eh sì però mi stava dicendo che loro vengono a perdere però loro da qua alla fine… siccome non pigliano lo stipendio da…».\r\n\r\nL’amico a Portogruaro\r\nE il 26 gennaio Massimo Erodiani e Gianfranco Parlato discutono di nuove possibilità di truccare le partite perché un loro uomo ha firmato con il Portogruaro.\r\nParlato: «Anche venerdì facesse quello che deve fare poi se domenica prossima, speriamo si fa qualcosa.. il mio uomo, il mio uomo… uomo, uomo fraterno oggi ha firmato con…».\r\nErodiani: «L’ho letto… Portogruaro».\r\nP: «Eh, a posto quindi»\r\nE: «L’ho letto…».\r\nP: «Quindi sicuramente ci sarà da fare… alla grandissima».\r\nE: «Sì, sì, ma ce lo teniamo per noi a questo punto».\r\nP: «Ci mancherebbe, ma ti ripeto… Pino veramente è una grande persona… quando tu capirai, lo conoscerai io è per quello che sono vicino a te… perché se no veramente lo mandavo affa…».\r\n\r\nCredits: La Stampa