A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca. Non lo diceva uno sprovveduto, ma qualcuno che se ne intende. Dinanzi a certe storie, però, il solo pensar male è pure poco, si sfiorano le certezze (comunque da provare). E il calendario dei sospetti, stavolta, è partito con mesi di anticipo. Albinoleffe-Piacenza, la partita senza dubbi di sorta. Che fosse destinata a finire in parità l’avevano capito anche le pietre. Valanga di scommesse sul segno X, nel giro di poche ore, nel pomeriggio di domenica: bookmaker cauti, quote modificate drasticamente al ribasso, poi partita cancellata dalla lavagna.\r\nE poi, su Betfair, il betting-exchange per eccellenza, di recente quotato pure sul mercato borsistico londinese, numeri da record, mai visti prima per una partita di serie B italiana. Un attimo prima del fischio d’avvio l’ammontare delle scommesse abbinate superava i 3 milioni 700mila euro, il 95 per cento dei quali sul pareggio (con il gioco live si sarebbero poi sfiorati i 5 milioni): somma iperbolica, se si pensa che la sfida Chievo-Catania che fece tanto scalpore nel marzo scorso raccolse circa 2 milioni. Pareggio quotato inizialmente a 3, calato fino a 1,30, chiusura intorno all’1,40. E quote incredibili anche sul live: il segno X non ha mai superato l’1,60, neppure dopo il 3-2 dell’Albinoleffe, arrivato a soli 13′ dalla fine (immediato, poi, il 3-3). Un altro episodio più che sospetto, l’ennesimo. Sul quale la Federcalcio ha aperto un fascicolo per cominciare ad indagare.\r\nSe nelle serie minori accadono da tempo (recenti alcuni arresti tra camorra e partite truccate), ora anche A e B sembrano a rischio. Un anno fa, tante partite attenzionate, a partire dal famoso Chievo-Catania. In quel caso, un report dell’Uefa arrivò sul tavolo del procuratore federale: non se n’è saputo nulla. Altrove, si va a fondo nelle indagini. Germania docet. Perfino Grecia (la seconda divisione è il campionato più truccato d’Europa) Bulgaria e Croazia, dove la corruzione è imperante, reagiscono: l’Uefa segnala, e se le federazioni hanno scarso potere girano le informazioni alla magistratura ordinaria.\r\n\r\nCredits: La Stampa\r\nFracassi Enrico