Pirotecnico 3-3 al Mapei Stadium di Reggio Emilia fra Sassuolo e Juventus. Buonissima la prestazione dei Bianconeri nei primi dieci minuti abbondanti di gara. Non solo per il doppio vantaggio, ma anche per atteggiamento nelle due fasi di gioco, piglio, livello di concentrazione e attenzione. Però, subito dopo aver incassato il 2-1, Neroverdi spettacolari per la qualità espressa in particolare dalla cintola in su, con costanti uscite da dietro a due tocchi da far spellare le mani dagli applausi, per brillantezza nel palleggio e per l’alta intensità agonistica.
Tutto ciò, anche a causa della scellerata fase di non possesso della Vecchia Signora, sempre in estrema difficoltà nel contenere le sortite offensive sassolesi sia per vie centrali che sugli esterni, complice un centrocampo imbarazzante, totalmente senza filtro (nonostante la presenza in panchina del nicotinomane Sarri), quasi come se fosse intervenuto Mosè dall’alto a separare le acque, tanto che i ragazzi di De Zerbi affondavano come lame calde nel burro, presentandosi in zona Szczęsny (eccellente la prestazione del polacco) con una facilità disarmante. Sassuolo, specie nella prima frazione, che ha vinto quasi tutti i duelli a metà campo, molto più determinato nei contrasti e superiore dal punto di vista della freschezza atletica.
Madama pessima pure nella gestione delle transizioni positive, questo anche per colpa di imbarazzanti errori dei singoli. Leggermente meglio nella ripresa dopo il 3-3 di Alex Sandro, poiché da quel momento la Juve sembrava più vogliosa e motivata. In realtà, però, è stata una reazione tutt’altro che veemente. Due punti nelle ultime tre partite per gli uomini di Maurizio Sarri e nove gol subiti in tre match (non succedeva dal campionato 1961-62)! Pertanto, adesso, non si tratta più di un semplice campanello d’allarme, ma di allarme rosso vero e proprio.