C’è da esser molto soddisfatti dello score di Sarri. Ne sono convinto. Se su 16 partite ne ha vinte 13 e 3 le ha pareggiate, se è primo in classifica in campionato e primo, e già qualificato in Champions, e non accadeva da tanto tempo, certamente sul piano dei risultati non si può dire nulla. Sono il primo che nei precedenti articoli ha sottolineato come Sarri, così come i suoi predecessori, sia stato preso dalla Juve per vincere e non per giocare bene che per la società è secondario. Il giocare bene è un’invenzione giornalistica. Chiaro che se poi alla Juve si potessero fondere le due cose è meglio. Sarri è stato scelto perché diverso e perché potesse dare quel qualcosa in più rispetto a quanto già imparato con Allegri. Ora, va detto che sprazzi si ”sarrismo” fino a Inter – Juve compresa, ci sono stati, mentre da quel punto in poi ci si è arroccati in un tiki taka alquanto sterile seppure, con un poco di fortuna, vincente. Non voglio fare il professore al cospetto di Sarri, tuttavia credo che fra l’insegnare ai giocatori il proprio credo e lo sconfinare nel ”talebanismo” il confine sia abbastanza breve. A un allenatore della Juventus è richiesto di esser versatile, così come gli è richiesto di imparare. Sì, avete letto bene, di imparare; perché la Juventus è una squadra da dirigere, ma è anche una società e un ambiente che ti fa crescere dove appunto tu che arrivi puoi imparare e tanto.
Allegri quando arrivò, per molti mesi, continuò a giocare con la difesa a 3, che non era mai stata utilizzata da lui in precedenza. Sarri, quando è arrivato, si è proposto fin da subito di ritrovare alla Juve quel cinismo e quella solidità difensiva che lo avevano stupito da avversario nonché una sorta di adattabilità a tutte le situazioni. Se sul cinismo possiamo esser concordi – a parte Lecce – e sulla solidità difensiva possiamo rimandare il giudizio, in quanto è venuto meno l’apporto di Chiellini, sull’adattabilità alle diverse situazioni non ci siamo proprio. Questo non sta veramente avvenendo e la ricerca del ”gioco” di Sarri invece ci sta portando, almeno nelle ultime uscite, a qualcosa di estremamente monotematico. Continuiamo a cercare di entrare per vie centrali contro squadre che più o meno fanno catenaccio e contropiede, e perseveriamo nello sbattere contro il loro muro avversario come una mosca sullo specchio.
Il calcio in certi frangenti è davvero molto semplice come diceva Allegri. Gli schemi aiutano, ma sono uno strumento, non sono la panacea di tutti i mali. Chiunque abbia giocato anche solo a un medio livello dilettantistico sa che cosa occorre quando ci si trova contro una squadra che fa catenaccio: principalmente i tiri da fuori e il gioco sulle fasce. Non per niente contro la Lokomotiv si è risolta con tiri da fuori di Dybala all’andata e con inserimento dalle fasce di Douglas Costa al ritorno. Spero vivamente che Sarri si sia accorto di questo e che Douglas Costa non abbia fatto gol solo per caso. Il gioco sulle fasce nell’ultima uscita è stato latitante con Danilo sicuramente non convincente e forse Sandro un poco stanco dopo una prima parte di annata positiva. I tiri da lontano sono stati nulli, con Khedira che non li ha nel proprio repertorio, un Pjanic ben marcato e un Rabiot che non ci prova mai. A tutto questo si aggiunge l’errore gravissimo di non aver messo né Emre Can in lista Champions né tanto meno averlo coinvolto in una seria rotazione con gli altri in campionato.
Un giocatore come Can, che della duttilità è maestro, oggi farebbe al caso nostro. Oggi Can sarebbe migliore di Rugani come centrale difensivo e probabilmente di Danilo e De Sciglio come laterale. Sarebbe più vivo sicuramente dell’ultimo Khedira o di Rabiot e finanche se dovesse fare il trequartista/mediano alla Bernardeschi lo potrebbe fare meglio essendo per lo meno un vero mediano. Sono molto critico quest’oggi lo so. La prestazione non è stata affatto convincente e non ci possiamo nascondere dietro 3 punti presi per la giocata di Costa. La partita è stata ”sfangata” al fotofinish, ma la vittoria è merito di un colpo di classe del singolo, alla faccia dei buoni propositi di gioco corale. Questo non va male, anzi, menomale abbiamo noi certi campioni. Tuttavia non sempre può andare così e la fortuna ci ha già arriso con il Lokomotiv e con il Genoa. Direi che sarebbe meglio ora cambiare registro e non continuare a sfidare la sorte.