“Sali sulla bilancia e pesati” | Clamoroso all’Inter: si è bevuto una Coca-Cola di troppo

Lo stadio san siro di Milano - Foto Lapresse - Jmania
Lo stadio San Siro di Milano – Foto Lapresse – Jmania

Il giocatore dell’Inter è apparso sovrappeso, l’allenatore prova a nasconderlo allo staff medico, per lui è un titolare fisso

L’Inter ha avuto nel corso della sua storia alcuni top player che hanno espresso meno del loro potenziale, sia per comportamenti inappropriati fuori dal campo che per un carattere esuberante. L’allenamento e il sacrificio non andavano di pari con un talento superiore alla norma che non li sottoponeva a un trattamento privilegiato e a saltare alcune sessioni.

Durante la presidenza di Massimo Moratti, prima del ciclo culminato con il Triplete, i nerazzurri hanno avuto rose di alto livello che non hanno però regalato trofei. Una di queste è stata quella allenata da Hector Cuper.

Il mister è arrivato nel 2001 a Milano dopo due finali consecutive di Champions League perse alla guida del Valencia. La prima stagione fu molto positiva, con la semifinale raggiunta in Coppa Uefa e lo scudetto sfumato all’ultima giornata di un 5 maggio che è rimasto nella storia del calcio italiano.

L’anno successivo partì sotto i peggiori auspici e si concluse con una finale di Champions sfiorata, con il Milan, poi campione, che ebbe la meglio per la regola del gol in trasferta. Il rendimento in Europa bastò per la riconferma, prima dell’esonero venuto a ottobre dopo un difficile avvio di campionato.

Un feeling mai sbocciato fino alla cessione

Il precampionato della stagione 2002 fu, però, scosso dai litigi del tecnico con Ronaldo, il quale chiese e ottenne di essere ceduto al Real Madrid.

Il tecnico è stato di recente ospite di un’intervista per Sponda Nerazzurra e ha raccontato un aneddoto relativo al proprio rapporto con il fuoriclasse brasiliano.

Hector Cuper da allenatore dell'Inter - Foto Lapresse - Jmania
Hector Cuper da allenatore dell’Inter – Foto Lapresse – Jmania

Il top player dell’Inter e un pessimo rapporto con la bilancia

Queste le sue parole: “Quando arrivai all’Inter, al secondo o terzo allenamento mando tutti alla bilancia con il prof Alfano. Tutti vanno alla bilancia, arriva Ronaldo e dice “No io non mi peso”. Abbiamo avuto un confronto, non mi diceva perché non voleva pesarsi, almeno avere una motivazione. Arriva il medico e mi dice: no, Ronaldo non si pesa. “Io non mi peso, altrimenti poi mi scherzano che peso troppo. Segna 84. Ovviamente non era 84“.

Il problema del sovrappeso era evidente in un periodo in cui Ronaldo continuava a fornire comunque prestazioni di alto livello, nell’anno in cui vinse il Mondiale con il Brasile.