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Salernitana-Juve: Dybala c’è, Morata si ritrova

La Juventus torna alla vittoria, il meglio e il peggio visto ieri sera

Salernitana-Juve, il giudizio di dio: poche insufficienze questa volta.

SZCZESNY 6 – In attesa dell’incontro del secolo (Tex vs Zagor- che pare si prendano a scapaccioni) messogli da parte dall’edicolante (il 3 dicembre), arriva impreparato alla partita. Quando il palo alla sua sinistra vibra voluttuosamente, teme di aver sbagliato match. E poi niente. Mastica e medita.

CUADRADO 6 – Tutto è relativo diceva Einstein. Anche Django, nella stagione dei western all’italiana, poiché non esisteva copyright, apparve in una quarantina di film. In uno faceva anche da spalla a Rita Pavone, poi dopo esserne stato bullizzato, si è vergognato di sé stesso ed è tornato a riposo per una quindicina di anni, fino al ritorno di Franco Nero.

CHIELLINI 6 – Nell’area alterna la lettura di Camilleri allo studio delle lezioni di solfeggio cantato con Stefano Bollani che lo segue per tutta la partita e gli fa i complimenti per l’intervista finale: ha modulato bene la sua voce.

DE LIGT 6 – E torniamo a Saramago e ai suoi lunghissimi fraseggi senza punti, che tolgono il fiato. Perché De Ligt per nonnismo, ma questo lo abbiamo già evidenziato, può persino passarla a Bonucci in panchina o in tribuna, ma mai in avanti. E allora continua inesorabile a non perderla e passarla di fianco. Come Saramago.

PELLEGRINI 6 – Con la Salernitana anche il fucile a molla sembra un fucile a gommini, e corre, senza inciampare e senza cadere.

ALEX SANDRO 6 – Negli anni 60 tutti i supereroi avevano un assistente ragazzino; pare per vendere più copie. Batman aveva Robin e Superman aveva Crypto, un bastardone bianco, che lo accompagnava. Adesso, a causa dell’inclusività, siamo ritornati da quelle parti. Occhio di Falco, il supereroe senza qualità, viene affiancato da una bambina, che è bravissima a tirare con l’arco, ma che non si qualifica per le Olimpiadi. E nessuno si accorge di quanto sia forte, perché lei non ama la competitività, ma vuole diventare una supereroina. E dopo aver creduto a tutto questo, Sandro non riesce a fare manco un cross decente?

BENTANCUR 5.5 – Non gioca male, ma quando tira in porta sembra uno dei protagonisti della serie (che spero non veda nessuno) Timeless. Un’accozzaglia di imbecilli che insegue uno stuolo di deficienti su e giù nel tempo, per cambiare il corso della storia. L’impressione che se ne ricava è una serie di idiozie qualsiasi (una professoressa di storia che lavora per un’azienda privata?) che permettono alla scenografa e costumista di poter far cambiare vestiti ai protagonisti in ogni episodio (senza stupide scuse- chi ha detto doccia?) I suoi tiri da fuori area fanno sorgere la stessa domanda: ma anche durante gli allenamenti, gli è vietato il tiro in porta? Speriamo gli si vietino anche i retropassaggi…

RABIOT 6 – Entra nel momento della calma e si posiziona in mezzo, pronto a prendere un tè; osserva gli altri, giropalla, stringe la pelliccetta di visone girocollo e non rischia niente. Nemmeno la febbre, perché non suda, per quanto la partita è in ghiacciaia.

LOCATELLI 6 – Avete presente quando in Ritorno al futuro, Martin suona alla festa da ballo dei genitori, e sta per scomparire perché i due non si baciano? Ecco! Che centrocampo sarebbe stato senza Locatelli?

KULUSEVSKI 6 – Alla fine non è male. Alterna il millesimo episodio di One Piece, alle vecchie visioni di Lamù. Anche lui ha delle fiammate, ma se il livello di gioco è quello di episodio pilota di telefilm di Wonder Woman non realizzato, le sue fiammate restano bombette puzzolenti lanciate in piazza San Pietro con vento forte. Però sa retropassare.

BERNARDESCHI 5.5 – Oggi ha irritato Allegri che lo ha spedito in campo. Le barzellette sui Carabinieri non sono il suo forte e anche se ha fatto un mezzo assist, voleva fare le cose difficili, quando sono facili. Però sa difendere. Quando si ricorda.

KEAN 6 – Oggi era in formato idraulico. Il mio. La cisterna dell’acqua perde, ma non sappiamo dove. Invece di studiare la situazione e lo stato di conservazione dei tubi, o dei raccordi, smonta e rimonta senza risolvere. Oggi è la sesta mattina di seguito che torna; il pagamento però sarà a soluzione trovata. Però almeno si dà da fare.

MORATA 6.5 – È un buon caratterista e come Mario Carotenuto segna un gollonzo (bello), fa un paio di battute, si procura un rigore, ma evita di tirarlo.

DYBALA 6.5 – L’allenatore è sacro come Carlo Magno. E lui attacca il ciuccio dove dice il padrone. Non appena ci si accende, si riesce a segnare. E allora perché giochiamo sempre in modalità Duna a folle, in piano, con i panchinari che spingono?

ALLEGRI 5 – Sbagliare stasera sarebbe stato diabolico. Eppure c’è qualcosa che non convince. Non sembra che stia allenando, ma che si rifletta, nudo allo specchio, pensando di esser gran signore. E si aspetta dalla signoria del calcio, l’investitura a fromboliere della dea Eupalla. Nomina che arriverebbe se cucinasse con gli ingredienti che ha e non cercasse di fare lo chef stellato tagliuzzando cipolla in trattoria. Ormai gli resta da provare il 5-5-5 e Dybala terzino e poi le ha sbagliate tutte; ma non temete, intrepidi sostenitori della squadra, c’è tempo sino a Natale. Mourinho c’ha vinto una Champions con Eto’o terzino, perché lui non può battere il Venezia con Dybala tuttocentrale?

TENET IN THE DARK – (Riavvolgiamo il tempo e cambiamo il passato, consapevoli di ciò che è accaduto nel futuro)

No, scusa lo voglio rivedere.

E allora rivediamo tutto.

Le plusvalenze, gli scambi alla pari, le partite vendute, la doppia presidenza di un paio di squadre in serie A e chi ha vinto scudetti senza pagare gli stipendi (Mourinho cit).

Non accettiamo in serie A squadre che si sono iscritte senza averne i titoli, togliamo il paracadute per la B, e riformiamo i campionati minori.

Non è possibile avere almeno dieci squadre fallite ogni anno.

Ma poi il tifoso ci resta male, rischiamo la rivolta in alcune città. Benissimo. Dategli brioches, come diceva Maria Antonietta.

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Pubblicato da
Alberto Zamboni