Roma, ridimensionamento programmato?

Chiuso il capitolo Aquilani, che da ieri è ufficialmente un giocatore del Liverpool, per la Roma le vacche magre ancora non sono finite. E’ lo stesso Spalletti ad ammetterlo: “Dobbiamo accettare un paio di cessioni, andremo a ricreare quel gruppo di giocatori che ci vuole per fare un campionato di livello. Quello che fa la differenza deve essere il modo di lavorare, la ricerca di una strada di assieme. Di giocatori ne abbiamo tanti, ma tenteremo di sostituire i partenti”. Dichiarazioni che la dicono lunga su quanto ancora debba accadere nell’ambiente giallorosso: almeno 1-2 cessioni eccellenti (dipende ovviamente da chi si riesce a vendere tra Menez, Vucinic, Perrotta…) e poi forse un innesto, giovane ma di belle speranze.\r\nI soldi sin qui incassati dalle cessioni serviranno alla Roma a riprendere una boccata d’ossigeno dopo l’oneroso rinnovo di contratto del capitano Francesco Totti. Sì perché la Roma, come molti non sanno, non ha debiti: la parte sportiva è stata scorporata da quella amministrativa, facendo gravare tutti i debiti sulla seconda. E’ evidente però che si tratti più di un espediente estetico: la coperta la puoi tirare quanto vuoi, da un lato o dall’altro, ma quando è corta… Mi chiedo, infatti, tra qualche giorno chi potrà comprare la Roma per consegnare a Spalletti un organico che quantomeno consenta di occupare nelle gerarchie del calcio italiano, il terzo posto dietro Juventus e Inter. Lo “Specialone” ritiene i giallorossi già da scudetto, ma lo fa a mio avviso più di facciata; ormai lo conosciamo abbastanza bene il mister dell’Inter, che manda indirettamente frecciatine all’ambiente bianconero come a dire: “voi vi siete rafforzati, ma qualcun altro senza fare campagna acquisti è già al vostro livello”. Anche il caro vecchio Mou, non se la passa bene, infatti, e cerca di mettere le mani avanti. Ha trascorso un’estate burrascosa, tra liti con Branca che non gli ha comprato Deco e Carvalho, tra Moratti che gli ha venduto Ibra (che lo “pressava” via Sms) e le avances di Manchester United e Real Madrid. Comunque vada sarà l’ultima stagione a Milano del tecnico portoghese, città che vuole lasciare vincendo la Champions. Ieri si è lasciato andare a un proclama abbastanza ardito al riguardo, il rischio è quello di emularlo. La Juventus ha costruito una grande squadra (ancora migliorabile, sia ben inteso), ma lasciamo agli altri gli scudetti estivi e le Champions vinte sulla sdraio. Piedi per terra e lavoro, sempre lavoro. Il resto verrà da sé.\r\n\r\n\r\n

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Pubblicato da
Alberto Zamboni