Le castagne che Alessandro Del Piero ha levato dal fuoco contro il Brescia ricadono in un altro modo nel braciere della Juve. Chi lo spiega adesso alla gente che un calciatore ancora capace di centrare prestazioni simili potrebbe non rientrare nei programmi dell’anno prossimo? E chi può credere che Alex sarà meno utile di Martinez comprato per 12 milioni, di Krasic acquistato a 16 o di altri che saranno riscattati risucchiando denaro prezioso dal fiumicello che alimenterà il mercato? La Juve è povera di classe e di qualità. Si è visto che sotto questo profilo Del Piero è ancora un gigante in mezzo ai nani, sebbene nessuno si illuda che regga ai livelli di una volta con assoluta continuità.\r\nIl gol di domenica (e non solo quello) è il colpo di cannone che scuote una situazione in sonno perché la Juve l’ha mantenuta così. L’ultimo incontro di Del Piero e di suo fratello Stefano con Marotta risale alla metà di febbraio e si rivelò interlocutorio. Il direttore generale ha fatto un’offerta, Del Piero l’ha ascoltata e poi ha filmato il video in cui diceva che avrebbe accettato un contratto in bianco, così come lo aveva firmato davanti a Boniperti quando arrivò alla Juve. Un gesto spiazzante e infatti pare che in corso Galileo Ferraris si arrabbiarono parecchio perché si trovarono nudi. Se il problema non era economico come si pensava e se era davvero la Juve a poter decidere quanto valeva la stagione di un trentasettenne, quali altre giustificazioni c’erano per non tenerlo? Una sola, la ragione tecnica. Cioè la convinzione che Del Piero non fosse più «da Juve». Che poi qualcuno desiderasse disfarsene perché da anni Alex è un personaggio simbolicamente ingombrante, che ha messo in difficoltà con la pura presenza gli allenatori che lo gestivano, questa è una ragione che nessuno ammetterà mai. Ora diventa più difficile liberarsene, se qualcuno lo voleva fare. Tutti descrivono il rinnovo come una formalità però da un mese non ci sono incontri: Marotta non sa chi sarà il tecnico della prossima stagione poiché la conferma di Delneri ha perso colpi, quindi attende che la situazione si chiarisca prima di decidere. D’altra parte Alex non vuole finire come Nedved cui dissero che non interessava più a 2 giorni dalla fine del campionato, con le conseguenti difficoltà di trovare un acquirente (anche se poi si fece avanti l’Inter). Il capitano attende la chiamata in sede entro metà aprile e adesso ha carte migliori da giocare. La «standing ovation» per lui e i fischi a Martinez che lo sostituiva hanno focalizzato, se ce n’era bisogno, con chi stanno i tifosi e non solo per antico affetto. O gli si compreranno grandissimi e costosissimi campioni o diventerà impossibile spiegare loro l’addio di un fuoriclasse che regge ancora in questo panorama modesto. Quindi si va verso la conferma, piaccia o no a chi deve maneggiare le castagne.\r\n\r\n(Di Marco Ansaldo per ‘La Stampa’)