Ricorso al CONI, la mossa della Juve spiazza tutti

La Juve piazza un colpo importante in vista del ricorso al CONI. La dirigenza bianconera crede molto nella prossima mossa e decide di giocarsi una carta molto importante per riottenere i 15 punti conquistati sul campo e tolti dalla Corte Federale.

La penalizzazione di 15 punti inflitta alla Juve fa ancora discutere. In merito al filone legato alle plusvalenze, la Corte d’Appello Federale ha infatti decurtato ai bianconeri una fetta importante di punti conquistati sul campo, che ha fatto sprofondare la squadra ora al decimo posto insieme a Empoli e Monza a quota 26 punti. Il quarto posto, occupato attualmente dalla Lazio di Maurizio Sarri, dista 13 punti. Un divario certamente non incolmabile visto che si sono giocate solo due gare del girone di ritorno, ma è chiaro che senza la penalizzazione la Juve si troverebbe davanti sia ai biancocelesti che alla Roma e sarebbe a -2 dall’Inter seconda.

A spaventare i tifosi juventini c’è ancora la questione legata alla cosiddetta manovra stipendi, che potrebbe portare una nuova penalizzazione – forse addirittura più pesante, oltre che alla pena amministrativa. Una cosa per volta però, perché ora la prossima mossa è il ricorso al Collegio di Garanzia dello Sport del CONI, nel quale la dirigenza ha grossa fiducia. E così i bianconeri si giocano un importante asso nella manica, che potrebbe spostare gli equilibri.

Juve, i nuovi avvocati per il ricorso al CONI

(Photo by ISABELLA BONOTTO/AFP via Getty Images)

Come riporta la Gazzetta dello Sport, la Juve ha ingaggiato due nuovi avvocati. Uno è Angelo Clarizia, docente di diritto amministrativo presso l’Università Sapienza di Roma e subcommissario della FIGC nel 2018. L’altro è Nino Paolantonio, anche lui ordinario amministrativo all’Università Tor Vergata di Roma. I due professori si aggiungono al pool composto dagli avvocati Maurizio Bellacosa e Davide Sangiorgio. L’obiettivo è quello di cancellare totalmente la penalizzazione di 15 punti, puntando sia su vizi di forma sia sul fatto che la norma che si presume violata in realtà non c’è.