Retroscena, Conte a Buffon: “Non capisci un ca…”
Antonio Conte come non lo avete mai visto né sentito. È quanto trapela da alcuni stralci del libro di Alessandro Alciato in uscita: si intitola “Metodo Conte” e al suo interno il giornalista di ‘Sky Sport’ racconta segreti, sfuriate e tensioni tra il tecnico salentino e la Juventus, prima del brusco addio e del matrimonio con la nazionale italiana. A leggere tra le righe del libro di Alciato, tra Conte e la Juve è finita malissimo: già nel primo capitolo si riferisce di una lite con Gianluigi Buffon, capitano bianconero e della nazionale:\r\n
17 maggio 2014, metà mattina, centro sportivo di Vinovo. Nel quartier generale della squadra – si legge nel libro del giornalista Sky – , alla periferia di Torino, sembravano tutti felici. I giocatori, già campioni d’Italia nonostante la Serie A dovesse ancora finire. […] L’allenatore, così così. Contento ma non troppo tranquillo: lui voleva di più. La prima riga della classifica del campionato, cioè l’unica che nella sua testa contasse veramente, recitava: Juventus 99 punti. Novantanove, un’enormità. Il giorno successivo si sarebbe giocata l’ultima partita della stagione, in casa contro il Cagliari, e Conte rimuginava. […] “Dobbiamo entrare nella storia, più di 100 punti in Italia non li ha mai conquistati nessuno. E pure in Europa…” […] Quindi, quello Juventus-Cagliari non poteva essere preso sottogamba». Mentre Conte è seduto in sala video con gli altri giocatori, entra Buffon con Marotta: «Mister, scusi un istante, il direttore vuole fare chiarezza sulla questione dei premi da pagare alla squadra, dopo la vittoria dello scudetto». Non l’avesse mai detto, Buffon. In quei cinquanta metri quadrati si è scatenato l’inferno. Una furia di improperi rabbiosi, all’apparenza non giustificata dal momento. Conte si è messo a urlare, posseduto dal demonio di una possibile sconfitta o, ancora peggio, di una probabile pancia piena: «Mi avete rotto! Rotto, capito? E adesso andate tutti fuori dalle palle. Fuori, non voglio più vedervi. Fuori, ho detto!». «Ma, mister…». «Zitto Gigi, da quella bocca non deve più uscire una parola. Non me lo far ripetere. Proprio da te non me lo sarei mai aspettato. I premi… Ma pensa te, ’sti stronzi […] Gigi, tu sei il capitano. E non capisci niente di niente, anzi diciamolo proprio, tu non capisci un cazzo. Sei una delusione, una sconfitta appena apri la bocca. Tu come tutti questi altri deficienti.
\r\nLa Juve pareggia a Verona nel febbraio del 2014, Conte mette la squadra con le spalle al muro per motivarla in vista del terzo scudetto consecutivo:\r\n
Alzi la mano chi pensa di vincere lo scudetto». Quei momenti sono stati ricordati da Giorgio Chiellini: «Ho pensato che grazie al nostro allenatore non avremmo più commesso errori come quello di Verona. Era chiaro che avremmo rivinto lo scudetto. A quel punto il gruppo era tutto dalla sua parte, e Conte ne aveva appena avuta una prova tangibile». Non riusciva a farsi una ragione, ad esempio, anche del perché la Juventus stesse perdendo contro il Milan: «Contro quelli! Non capisco come non riusciamo a vincere contro quelli! E giocano pure male.
\r\nDopo l’addio al secondo giorno di ritiro nel 2014, Conte passa alla nazionale italiana: si dice che il tecnico pugliese avesse chiesto Cuadrado e le conferme di Vidal e Pogba. Ma ci sono stati anche dissapori per l’organizzazione della tournée estiva e con il responsabile della comunicazione, Claudio Albanese: la conferma che con la Juve sia finita malissimo, arriva anche da Carlo Tavecchio, numero uno della Figc:\r\n
Non uso giri di parole, con la Juventus ci sono grosse difficoltà. Conte è una persona molto forte di carattere, si sente vessato dal suo ex club anche sotto certi aspetti economici, quindi direi che il recupero del rapporto con la Juventus è molto difficile. Poi anche Allegri ci ha messo del suo, quando ha detto che gli stage richiesti da Conte non andavano fatti.
\r\nPoi la questione degli stage nota a tutti e l’infortunio di Marchisio: Conte si è sentito letteralmente scaricato dalla Juventus e le possibilità che un giorno ritorni, sembrano essere nulle:\r\n
Quelli sono stati momenti tesissimi – ha aggiunto Tavecchio – . I più tesi da quando Conte è arrivato in Nazionale. Non era sereno, si sentiva vilipeso. Siamo stati insieme tutta la sera nell’albergo, era arrabbiato, la tensione aveva raggiunto livelli di guardia. […] “Presidente, c’è un disegno contro di me”. “Antonio, questo non è vero. Certo è che si è creata una situazione rocambolesca”. “C’è sempre la Juventus di mezzo, mi remano contro”.