Moggi non è mai stato radiato. Su questo non ci sono dubbi. E il “parere” secondo il quale dovrebbe esserlo rischia di trasformarsi in una “polpetta avvelenata” per la Figc. Sì, perché dentro le quattro pagine vergate dal Collegio e che i media hanno letto come una “radiazione ex lege” ci sono invece ampi spazi di interpretazione e, soprattutto, di discrezionalità da parte dell’organo politico. E, dettaglio importantissimo non indica in alcun modo chi sia a dover irrogare la sanzione: il Presidente federale? Il Consiglio? Chi manderà la tanto attesa letterina all’ex Direttore Sportivo bianconero (sempre che ciò avvenga)?
Dietro questo “parere, poi si cela un altro “problemino”: se dovesse venire accolto chiamerebbe in causa altre situazioni simili. In questa situazione, per esempio, si trova anche Enrico Preziosi, patron del Genoa, squalificato per cinque anni con conseguente proposta di radiazione. Il parere, al paragrafo 9, recita che il «provvedimento di preclusione debba ritenersi implicito quale effetto ex lege (…), dopo aver erogato le sanzioni nella misura massima, si sono pronunciati nel senso della particolare gravità delle infrazioni». Insomma, fuori dal linguaggio giuridico, la radiazione sarebbe insita nel provvedimento di squalifica e quindi retroattiva.
Se la Procura federale fosse più solerte e usasse lo stesso metro, potrebbero quindi esserci clamorose conseguenze anche sull’Inter, fino all’annullamento del passaggio di Milito e Thiago Motta in nerazzurro e la sottrazione alla squadra di tutti i punti conseguiti con i due in campo. Essì, perché fu lo stesso Preziosi a dire pubblicamente che «si sarebbe incontrato a colazione con Moratti per definire il trasferimento dei due». C’è un problema, però, perché l’articolo 10 comma 1 del Codice di giustizia sportiva recita: «Ai dirigenti federali, nonché ai dirigenti, ai tesserati delle società, ai soci e non soci di cui all’art. 1, comma 5 è fatto divieto di svolgere attività comunque attinenti al trasferimento, alla cessione di contratto o al tesseramento di calciatori e tecnici, salvo che avvengano nell’interesse della propria società. È fatto altresì divieto, nello svolgimento di tali attività, di avvalersi di soggetti non autorizzati e di avere comunque contatti con tesserati inibiti o squalificati. In questi casi gli atti, anche se conclusi, sono privi di effetto».
Conclusione: i trasferimenti di Milito e Thiago Motta non sono validi. E, sempre codice alla mano, essendo il tesseramento di questi due giocatori irregolare, in ogni partita in cui anche solo uno dei due sia stato schierato dovrebbe scattare la sconfitta a tavolino.
Ovviamente, i nerazzurri sono in una botte di ferro: non succederà perché nella giustizia sportiva non c’è l’obbligatorietà dell’azione penale e la Procura federale può far finta di niente… Certe sanzioni si effettuano solo ad personam (Moggi) o ad squadram (Juventus).
(Credits: Tuttosport)