Rabiot: “Allegri migliora tutti, i giovani lo seguano con attenzione”
Adrien Rabiot: “Mi sento importante, Allegri conta molto su di me. Futuro? Io e la Juventus non abbiamo fretta…”
Adrien Rabiot ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport dal ritiro della nazionale francese. Ovviamente, si parte dall’avventura Mondiale, ma il centrocampista transalpino si è soffermato molto su alcune vicende di casa Juventus. “È un sogno che non si era realizzato quattro anni fa in Russia, adesso invece me lo sto godendo a pieno, ripensando anche ai primi ricordi più intensi di quando ero bambino. In particolare – sottolinea – il Mondiale del 2006 con il gran ritorno di Zidane, il tifo ad ogni partita, peccato solamente per la finale persa ai rigori contro l’Italia…”.
Rabiot: “Allegri molto pedagogico con i giovani”
La Juve restituisce alla nazionale francese un calciatore letteralmente rigenerato. “Ho imparato molto anche con Sarri, ma queste stagioni con Allegri mi hanno permesso di migliorare tanto. Quest’anno, per esempio, studio molto i video con uno dei suoi vice, Paolo Bianco. È un lavoro che poi mi serve pure in nazionale anche se qui ovviamente giochiamo in modo diverso. Cosa consiglio ai giovani? Di seguire con attenzione i consigli di Allegri che è un grande allenatore perché non si focalizza solo sugli obiettivi, sempre importanti alla Juve, ma è molto pedagogico con i giovani, insistendo in allenamento anche quando sbagliano. I risultati si vedono, sono tutti migliorati in questi mesi, anche nella difficoltà: la direzione è quella giusta”.
La Juventus è arrivata alla sosta con un terzo posto che solo qualche settimana fa sembrava un miraggio. “Vista la rosa, non ho mai avuto dubbi sulla possibilità di lottare per il titolo – dice Rabiot – L’inizio non è stato facile per gli infortuni. Non abbiamo mai giocato al completo, ma avevamo l’obiettivo di tornare sul podio prima del Mondiale, per sfidare a gennaio il Napoli che ha fatto un inizio di stagione incredibile. Ma pure loro perderanno qualche punto per strada, sta a noi approfittarne. Dieci punti sembrano tanti, ma la stagione è lunga. Il ritorno di Chiesa e Pogba ci farà bene, come il contributo dei giovani come Fagioli, Miretti, Soulé e Iling Junior. Insieme possiamo puntare allo scudetto. È quasi un peccato fermarsi adesso perché si è innescato un cambio di mentalità e abbiamo creato il clima giusto, con energia ed entusiasmo”.
Delusione Champions, obiettivo Europa League
Ovviamente, la Champions League rimane una grande delusione e nessuno può tornare indietro e cambiare quegli sciagurati risultati. “Una grande delusione (personale, ndr), ma anche per la Juventus. Cinque sconfitte a questi livelli non sono accettabili, ma è andata così. Ma mi sono subito detto che adesso voglio vincere l’Europa League, tra l’altro da giocare contro altre grandissime squadre. È una bella sfida, utile per darci li giusto slancio pure per lo scudetto”.
Parole da leader, così come da leader sono le prestazioni, senza bisogno di indossare una fascia da capitano. “Mi sento già importante, perché Allegri conta davvero su di me – insiste il francese – Per la fascia c’è già una gerarchia con Bonucci, Cuadrado e Danilo. Anche se potrebbe avere una logica pensarci, non è una priorità. La cosa più importante è portare in alto la Juve. Com’è cambiata la Serie A? Prima forse la Juve vinceva con una certa facilità. Ormai il campionato è molto più difficile, con un’identità forte, sempre più seguito nel mondo. Appassionante per i tifosi, stimolante per noi in campo: più la lotta è dura e più bella sarà la vittoria alla fine”.
I consigli di Pogba e il futuro
Qualcuno sostiene che tra lui e Pogba non corra buon sangue, invece, arriva un a secca smentita anche qui. “Consigli? In realtà me ne dà a ogni partita, motivandomi, chiedendomi gol, anche perché quando tornerà vorrà sicuramente competere ai vertici. Abbiamo un buon rapporto, mi spiace che non ci sia. Per il Mondiale mi ha detto che spetta a me trascinare la Francia come faccio con la Juve. So che è comunque con noi”.
Infine, una battuta sul futuro, visto il suo contratto in scadenza a giugno: “In estate ci sono stati contatti in Premier, ma alla fine è stata forse una fortuna che sia rimasto, forse la miglior decisione. La Premier rimane il campionato più seguito, ma al futuro non ci penso, resto concentrato sul Mondiale. Io e il club non abbiamo fretta – conclude – c’è serenità e avremo tempo per soppesare ogni possibilità”.