alex-del-pieroFuori uso da un mese abbondante, Alex Del Piero sta testando i muscoli per rientrare in pista. «Spero di tornare per il mio compleanno, il 9 novembre», disse dopo il crack all’adduttore della gamba sinistra, il primo ottobre: vorrebbe vincere la sfida. A due passi, c’è la trasferta di sabato sera a Bergamo, contro l’Atalanta, quando il capitano potrebbe spuntare di nuovo tra i convocati. Non capita dal 27 settembre, quando s’era masticato gli ultimi sei minuti contro il Bologna, per poi volare a Monaco, in Champions. Non aveva giocato, ma almeno era tornato a bordo. Due giorni dopo, era di nuovo rotto.\r\n\r\nE abbacchiato: «La delusione è grande perché la mia assenza dal campo continuerà per parecchie settimane», scrisse sul suo sito web. La prossima volta, giurò, avrebbe evitato rischi: «La voglia di reagire a questo momento non positivo mi aiuterà a stare bene prima possibile – aveva detto ancora il capitano – rispettando però i tempi necessari per una guarigione definitiva».\r\nPer questo, tutti sono cauti, a partire dal numero dieci e da Ciro Ferrara. Pure perché passata Bergamo, il calendario offrirà una comoda sosta (Nazionale) per poter dare l’ultima messa a punto alle fibre muscolari. Però, la tentazione di rientrare è forte e, soprattutto, sarebbe utile alla squadra: con Iaquinta reduce dall’operazione al menisco e Amauri squalificato, davanti al tecnico bianconero non resta che Trezeguet. Ieri, intanto, Del Piero s’è unito ai compagni per la prima parte atletica dell’allenamento, per poi lavorare a parte. Oggi e domani ci sarà il collaudo definitivo.\r\nIn caso di arruolamento, Ciro è già pronto a variare ancora assetto, tornando al disegno originario: «Direi che il modulo con cui stiamo giocando, il 4-2-3-1 – spiega il tecnico – non è una virata definitiva, ma una scelta che sta funzionando in questo momento, anche perché ho soltanto due attaccanti. Per adesso stiamo andando avanti su questa strada, ma non giocheremo sempre così». Per un paio di comprensibili motivi. Primo, emergenze a parte, Del Piero vorrebbe fare il suo mestiere, cioè la seconda punta, e non uno dei trequartisti dell’attuale assetto. Secondo, Diego, levata ogni diplomazia, preferisce giocare con due attaccanti davanti. In caso contrario, Ferrara dovrebbe lasciare a sedere tre delle sue quattro punte, che sarebbe poi il suo miglior armamento. Proprio l’anno passato, di questi tempi, il capitano pigiò il turbo, facendo decollare la Juve, in Champions e in campionato. Un additivo che farebbe comodo pure ora.\r\nSoprattutto sul territorio nazionale, dove l’Inter è già scappata avanti: «Sette punti sono tanti – ammette infatti Diego – e questa distanza non era certo nei nostri piani. Però penso che possiamo vincere qualcosa: sappiamo tutti che questo è l’obiettivo». Forse più attaccabile in Europa, per il brasiliano: «Può darsi che per una squadra come la nostra sia più facile la Champions. L’importante è trovare continuità». La stessa materia prima che sta cercando il collega Felipe Melo, mister 25 milioni di euro. Che dice di non arrabbiarsi, perché delle critiche non gli importa granché, ma che, alla fine, s’infiamma: «Non mi pesa il fatto che si ricordi sempre il mio prezzo, piuttosto quando si fanno i confronti, con Zanetti per esempio, nelle statistiche bisognerebbe guardare anche le palle recuperate. Ora sono al 75-80%, ma posso migliorare: e sono sono sicuro che vi farò ricredere, anche se le critiche non mi danno fastidio». Meno male.\r\n\r\nCredits: La Stampa\r\nFracassi Enrico – Juvemania.it