Nel corso della giornata di mercoledì, l’Inter si è vista recapitare una nota con la richiesta di 80 milioni di risarcimento. A presentarla presso la seconda sezione del Tribunale civile di Firenze è stato l’avvocato Silvia Morescanti, legale di Paolo Bergamo, Angelo Mariano Fabiani, Salvatore Racalbuto e Nestore Rueca (il marito di Maria Grazia Fazi), tutti vittime dei pedinamenti e spionaggi illegali da parte della Polis d’Istinto, la società di investigazioni che agiva per conto di Tavaroli e della Security Telecom.\r\nIn tutto ciò, l’Inter non era citata direttamente ma si è presentata comunque in aula addirittura con l’ad Paolillo e gli avvocati Beretta e Chiarelli, che hanno tenuto a precisare: “Noi non c’entriamo, non siamo neanche citati nel processo Telecom”. Perché presentarsi in tribunale, allora?\r\nIl punto focale dell’udienza, comunque, è stato l’intervento dei legali Pirelli, gli avvocati Panelli e Stanghellini, che hanno puntato tutto sulla prescrizione: “Il reato è prescritto: sono fatti del 2003”.\r\nLa Morescanti ha ribattuto che trattandosi di danno morale e che loro del lavoro d’intelligence sono venuti a conoscenza solo nel 2007 si riservava l’acquisizione della testimonianza della Plateo. Fallito il tentativo di conciliazione, il processo si aggiornerà il 29 marzo, anche se le richieste di risarcimento non sono certo finite. Per Moratti c’è già quella Vieri che ha chiesto 21 milioni di euro, per l’Inter quella di De Santis e da ieri si sono aggiunte anche la Gea e la Football Management, aziende vittime di spionaggio illegale del traffico telefonico. Prossimamente dovrebbero aggiungersi Luciano Moggi, Antonio Giraudo e la Juventus. La federazione calcistica, anch’essa vittima di controllo illecito delle telefonate, invece, continuerà a far finta di nulla. Contenti loro. Pensare che potrebbero ottenere come risarcimento un bel po’ di soldini utili al calcio italiano, magari per spingere i settori giovanili…