Processo Telecom: Cipriani fa altre rivelazioni sull’Inter, il cerchio si sta chiudendo
Nella giornata di ieri nell’aula bunker del carcere milanese di San Vittore, è andato in scena il controinterrogatorio delle difese nei confronti di Emanuele Cipriani, investigatore privato al centro dello scandalo intercettazioni e pedinamenti illegali del Processo Telecom. Nel corso dell’ultimo interrogatorio in aula, Cipriani aveva dichiarato sotto giuramento che i pedinamenti e le intercettazioni finite nel dossier “Operazione ladroni” erano state commissionate dall’Inter e pagate dalla Pirelli. Ieri, incalzato dall’avvocato Paolo Gallinelli, legale dell’ex arbitro De Santis, e alla presenza di Luciano Moggi, Cipriani ha chiarito altri dettagli di questa sporca vicenda. Secondo quanto ricostruito da ‘Tuttosport’, quando Gallinelli gli ha chiesto come venissero trattati dossier di livello 1 da Tavaroli, Cipriani ha detto: “I dossier di livello 1 venivano informatizzati da Tavaroli e il dossier Operazione Ladroni era un dossier di livello1”. Quindi, tutto o quasi il materiale intercettato è sul computer di Tavaroli.\r\n\r\nChe fine fa? Il Pc e il materiale informatico di Tavaroli sequestrato quando scatta l’inchiesta Telecom finisce nella caserma dei Carabinieri di via Inselci a Roma, dove l’allora maggiore Auricchio (visto in pubblico più volte a colloquio con Moratti, facendo pensare ad un’amicizia tra i due) conduceva le indagini su Calciopoli. Perché quel materiale informatico viene spedito da Roma a Milano? La risposta è per essere ispezionato, ma l’avvocato Gallinelli sospetta che il materiale (illegalmente raccolto) sia stato usato poi nelle indagini di Calciopoli. Sempre nel controinterrogatorio di ieri, poi, Cipriani ha confermato che le indagini sulla Gea da parte di Telecom e Inter avevano “come obiettivi i signori Moggi”. Il cerchio si sta chiudendo.