Vi confesso che ho perso le parole. C’è veramente poco da aggiungere dopo Parma-Juventus. Ormai siamo alla canna del gas. Non aspettiamo altro che finisca in fretta questo campionato per dedicarci ad altro. Giornali e i giornalai vari forse memori di quello che era l’Inter pre-farsopoli “regina d’estate”, ci propinano grandi nomi e titoloni, Aguero, Benzema, Ribery, Tevez e tanti altri. Forse pensano che dopo un inverno e una primavera da incubi abbiamo necessità di sognare. Forse pensano che la nostra “normalizzazione” debba passare anche da queste cose. Per fortuna si sbagliano, non siamo ancora a quei livelli, il tifoso Juventino ha memoria e non è che si faccia abbindolare tanto facilmente. Basta leggere sul Web, ma anche andare nei bar o in curva per capire quanto poco credito si dia a questi nomi. Se poi a questi nomi altisonanti vengono accostati parametri zero come Pazienza, De Feudis, Amalfitano è pure difficile farsi prendere in giro. E’ stato un altro anno horribilis come detto, ne abbiamo sentite di tutti i colori dal Presidente che in Gennaio si diceva non preoccupato della situazione al suo dictat di otto vittorie nelle ultime otto partite, al “Pochi possono insegnarmi il mestiere” e “Mai pensato alle dimissioni” del nostro tecnico, alle svariate chiacchiere venute fuori dalla bocca di Bonucci, Chiellini, Barzagli, etc. che si dicevano sicuri di arrivare quarti, poi quinti, poi sesti. Tutti parlano, non si capisce più dove inizi l’incoscienza e dove finisca la presunzione. Nemmeno Nedved se n’è stato zitto, e questo mi dispiace perché lui è uno che parla poco. E quando parla non parla mai a sproposito. Le sue ultime dichiarazioni sulle colpe da attribuire ai giocatori non mi è piaciuta e non la condivido. Forse Pavel si sente ancora giocatore, ragion per cui lo si può perdonare. Non si può comunque dire ai giocatori di non esser bravi o di non essersi impegnati. Ci può stare una testa calda in un gruppo, ma se è tutto il gruppo che non va la responsabilità è sempre di chi quel gruppo lo ha creato, è evidente. Moggi diceva: “Noi scegliamo prima gli uomini e poi i calciatori”. Non a caso.\r\nOra veniamo alla madre di tutte le panzane che ho sentito dire quest’anno ed è del nostro Direttore  Sportivo Marotta: “Noi sappiamo quello che dobbiamo fare’’. Ora, vi confesso che questa frase mi incute un po’ di timore, come mi incute timore il fatto che tutti se la prendano con tutti , dalla Exor ad Elkann,dal mister ai giocatori, ma nessuno se la prende con Marotta. Questo signore pare protetto da un limbo particolare, eppure è lui con Paratici che ha costruito la squadra. Perché è arrivato alla Juve? Quale merito particolare ha quest’uomo per essersi meritato il ruolo che occupa? Marotta è noto per aver creato una squadra, la Sampdoria che con due sole stelle (Cassano e Pazzini) è arrivata quarta in Champions League. Bene. Però è pure vero che senza queste due stelle e tutti gli altri più o meno presi da Marotta, la Samp è finita dritta dritta in serie B. Ma non è che con Conte possiamo prendere pure Perinetti e Marotta ce lo possiamo sbolognare?\r\n\r\nDi Alessandro Magno per Juvemania.it