Prandelli chiama Conte: c’è un patto sull’impiego dei bianconeri in nazionale

Con 16 nazionali sparsi per il Mondo, è normale che Antonio Conte sia preoccupato. La speranza è che al ritorno dagli impegni con le rispettive bandiere, i bianconeri tornino alla base quantomeno nelle condizioni in cui sono partiti. Attenzione particolare al gruppo azzurro: alla nazionale della Figc, infatti, la Juventus ha dato ben 8 elementi, contro un solo calciatore del Napoli, che sarà l’avversaria dei bianconeri tra 14 giorni. Dato per scontato che i pilastri di Prandelli siano Buffon e Pirlo, il CT italiano si è confrontato nei giorni scorsi con l’allenatore della Juve, Antonio Conte, che dopo gli Europei ha riavuto malconce pedine del calibro di Barzagli e Chiellini. “Nei giorni scorsi mi sono sentito con Conte e siamo giunti alla conclusione che un giocatore come Pirlo non può non giocare in Nazionale. Antonio e io abbiamo la stessa visione delle cose: anche lui ha indossato a lungo la maglia azzurra e sa quanto alcuni giocatori, se non tutti, tengano a questa possibilità. E’ necessario trovare un punto d’incontro, ma credo che lo abbiamo trovato. Abbiamo studiato un nuovo metodo di recupero per i calciatori dopo le loro fatiche. Pressioni? Non mi risulta”, ha chiaramente tagliato corto Prandelli.\r\n\r\nCome se non bastasse, il CT ha voluto rassicurare la Juventus e gli altri club, che nulla verrà lasciato al caso, e che per ciascun elemento verranno adottate le più avanzate metodologie di allenamento onde evitare infortuni.\r\n\r\nAbbiamo trovato un punto di incontro, come è con tutti gli altri club: ci saranno innovazioni nella metodologia di allenamento e nei recuperi da una partita all’altra. Ora non posso dirvi di più, ma stiamo lavorando affinché la Nazionale sia una squadra all’avanguardia e diventi un punto di riferimento per i club. Che lo sono già, certo, ma noi possiamo addirittura fare di più. E poi il confronto deve essere continuo perché in questo modo possiamo sapere quale metodologia è migliore per ogni singolo giocatore. Questo ci permette di lavorare meglio, ma anche di tranquillizzare i preparatori atletici, i tecnici e gli stessi giocatori: qui sono in una squadra all’avanguardia, conclude Prandelli.