Post Genoa – Juventus: c’è ancora da lavorare…
(Di Gaver) Va in archivio la terza giornata di campionato, lo fa in un modo sperato più nel risultato che nell’evoluzione del match, ma di certo in questo periodo la ricerca dei risultati è importante almeno quanto quel percorso di maturazione che in ogni squadra è auspicabile all’inizio di ogni nuova stagione.\r\nE questo vale anche per la Juventus, forse addirittura un po’ di più, dato che la squadra bianconera è chiamata ad un riscontro con il recente passato che sappia di conferma, visto che la sorpresa è stata metabolizzata un po’ da tutti già lo scorso anno.\r\nIeri il match si è fatto apprezzare nella sua interezza, per ritmi ed impegno che sono stati certamente superiori alla media di molte altre partite che altrove già osannano, ma non si può sorvolare su quanto il match abbia detto nella sua complessività arroccandoci esclusivamente dietro al risultato che, per carità, rappresenta un ottimo punto di partenza.\r\nC’è ancora da lavorare, è sotto gli occhi di tutti, c’è ancora da profondere parte di quel sano agonismo, che lo scorso anno sapeva fare la differenza, con nuovi orizzonti tecnici e tattici che, alla luce dei nuovi innesti, sembra farsi strada nel progetto juventino.\r\nE’ visibile una minore profondità, a discapito di attaccanti come Matri che sanno essere pericolosi quando sono portati ad attaccare lo spazio ma un po’ più “impacciati” in manovra e ieri si è visto; ma ecco che qui, accanto a Vucinic, cresce partita dopo partita un Giovinco troppo in fretta mal giudicato e che, anche a Marassi, ha offerto una buona prova di personalità. Nessuno pretende da lui che vinca le partite da solo, ma certamente potrà essere un calciatore in grado di far spesso la differenza.\r\nCapacità che sembra ormai essere pienamente assimilata da Vucinic, pienamente votato al ruolo di uno dei leader della squadra, lontano parente del calciatore abulico e distratto del passato, ora agonisticamente sempre “in onda” e tecnicamente mai scontato e banale; il passaggio a Giac di ieri sembra cosa semplice, ma i tempi di attesa e di intuizione fanno la differenza, e ieri Mirko ha mostrato di conoscerli alla perfezione, come lo han fatto nell’azione del gol di Asamoah, di concerto con un calciatore, Lichsteiner, che in moti avevano messo sull’aereo per Parigi con troppa fretta; per fortuna Marotta non era tra questi.\r\nLa squadra nel complesso ha retto l’urto, ha “approfittato” delle solite perfomance da fuoriclasse del suo numero 1, ha cambiato marcia quando in campo ha buttato i suoi pezzi migliori; ma non inganni la prestazione di alcuni nel primo tempo, in quanto se il Genoa giocherà sempre con questa intensità, a Marassi sarà dura per molti.\r\nCi vorrà del tempo, certo, ma metabolizzare quanto fatto questa estate significherà dar meno punti di riferimento agli avversasi, quasi sorpresi del poco furore agonistico di questa prima Juve di stagione; ma Conte (e Carrera) sono uomini di calcio, sanno perfettamente che quanto fatto lo scorso anno è difficilmente ripetibile, sia per fattori interni alla squadra che per degli avversari che un po’ quell’atteggiamento se lo aspettano.\r\n\r\nEd è qui che entrano in gioco nuovi dettami tattici, centrocampisti tutti in grado di manovrare e non col solo Pirlo relegato al compito anzi, alcune volte, vediamo il 21 agire da “interno” e magari Giaccherini in mezzo al campo; un nuovo grande innesto sulla fascia come Asamoah in grado di spaccare i reparti e capace di garantire, più di un comunque discreto De Ceglie (reduce da infortunio), quell’uomo in più che può rivelarsi fondamentale e che ha dato i suoi frutti non appena entrato in campo.\r\nUn centrocampo che, alla luce di ieri, viaggia verso nuove connotazioni, potendo contare su un Marchisio a livelli assoluti e completo come non mai e aspettando il rientro di un Isla che sarà farsi apprezzare, ne sono certo, almeno come Asamoah. Senza dimenticare un certo Vidal.\r\nCertamente spero che Caceres venga restituito al suo ruolo chiave, ovvero centrale difensivo, sia perché sulla fascia può contare solo sulla sua veemenza, mancando dei movimenti da ala, e sia perché l’ho visto nella sua nazionale da centrale nella difesa a 3; è quello il suo ruolo, è li che Martin sa essere decisivo.\r\nForse era presto per Isla, mettici anche l’assenza di Pepe, ma d’ora in poi è auspicabile che Conte possa dare ad ogni calciatore la zolla di campo che più predilige.\r\nLa difesa è forse il reparto che in questo momento desta maggiori preoccupazioni e non tanto per quanto fatto, in quanto due gol subiti in tre gare a fronte di nove realizzati possono anche starci, ma perché abbiamo ancora nella mente le granitiche prestazioni dello scorso anno. Però va anche sottolineato come sia stato, per diversi motivi, il reparto più tartassato degli ultimi mesi; gli infortuni di Barzagli e Chiellini, ancora vistosamente lontani dalla loro condizione ottimale, e la vicenda Bonucci han dato al reparto un briciolo di incertezza che il lavoro e il tempo sapranno cancellare. Certo, da più parti, già giungono le prime critiche alla nostra tenuta difensiva, ma sappiamo che altrove impiegano il tempo aspettando la Juve, in ogni sua sfumatura, ragion per la quale queste prime incertezze stagionali serviranno soltanto a dare direttive per dove intervenire. E dovendo farlo da (ancora) prima in classifica è molto più semplice che farlo da squadra che deve recuperare.\r\nChiudo con qualche riga di dedica complessiva a più “attori”; a Sandro Piccinini che sa essere camaleontico nelle sue telecronache, passando da critiche efferate a elogi spropositati, sentenziando poi per sostanzialmente giusta anche se un po’ fiscale l’ammonizione a Pirlo per il braccio “incollato” al corpo, ma eludendo il fallo di mano “solare” in area genoana, non degno di giudizio o critica.\r\n\r\nAltrove invece, domenica sportiva in primis, sono prontissimi a sorvolare sul fuorigioco di Hamsik in occasione del gol Napoletano, cadendo nel ridicolo con ammissioni del tipo “ma tanto il Napoli poteva vincere 6-0”. Non oso commentare, dato che trattasi di affermazioni che hanno suscitato persino lo sgomento di un personaggio sempre straordinariamente ironico come Gene Gnocchi.\r\nE non vado oltre, se non con una considerazione di fondo che mi porta a rafforzare la mia idea di come il sistema voglia essere premiale nei confronti di qualcuno e meno nei confronti di altri, altrimenti non mi spiego gli ispettori Figc che controllano Conte e invece il (seppur bravo) Guidolin che è libero di dirigere (da squalificato) la sua squadra dalla tribuna, con l’aggravante di telecamera e relativo commento Rai.