Come si concluderà il caso plusvalenze per la Juventus? Conclusioni ad oggi non se ne possono trarre, non avendo tutti gli elementi a disposizione. Al momento, però, tutti gli indizi fin qui venuti fuori somigliano molto ai casi di Inter e Milan, che nel 2008 se la cavarono con una multa da 90mila euro per aver reso più sostenibili i bilanci. Diverso il caso del Chievo, che tramite le plusvalenze riuscì ad iscriversi al campionato e per giunta muovendo calciatori che non hanno mai giocato o comunque giocato poco. Inoltre, c’è un’intercettazione che rappresenta per quel caso la pistola fumante.
Insomma, al momento il caco bianconero è più simile a quello delle milanesi per la giustizia sportiva. Inoltre, è curioso notare che ad indagare sulla Juventus ci sia tra i pm torinesi anche Marco Gianoglio. È lo stesso pubblico ministero che mosse accuse identiche alla Triade per i bilanci del club bianconero tra gli anni 2001-2006 (nel mirino i trasferimenti di Mutu e Zidane su tutti). Il processo di primo grado si concluse nel 2009 con l’assoluzione piena di Moggi, Giraudo e Bettega.
La Procura di Torino allora fece ricorso ma ha perso anche in secondo grado e la vicenda è giunta a definitiva conclusione nel 2018 con tanto denaro pubblico impiegato per un processo che non ha portato a nulla, se non a creare un clima di astio nei confronti della società Juventus. Ora la nuova indagine, che si muove a partire dal 2019, poco dopo la sconfitta definitiva rimediata dai pm nella precedente. Evidentemente, ha ragione l’ex magistrato Palamara quando dice che indagare sulla Juve attira riflettori.