Plusvalenze Juve e l’esempio della Reggina da seguire

Il 22 maggio la Corte Federale si pronuncerà ancora sul caso plusvalenze che riguarda la Juve. Dopo il rinvio del Collegio di Garanzia, i bianconeri subiranno una nuova penalizzazione. Difficile la previsione, ma l’esempio della Reggina potrebbe spiegare molte cose.

Stasera contro la Cremonese la Juve ha l’occasione di consolidare il secondo posto. Dopo la sconfitta del Milan i bianconeri possono volare a +8 dal quinto posto con ancora tre partite da giocare – una con i rossoneri. Serve ottenere più punti possibili per guadagnare il massimo vantaggio sulla zona Europa League, vista l’incombente nuova penalizzazione per il caso plusvalenze. Ad oggi è impossibile fare una previsione, ma c’è un esempio recente che potrebbe spiegare molte cose.

Plusvalenze Juve, accordo in vista? La Reggina ha fatto così

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(Photo by Marco BERTORELLO / AFP) (Photo by MARCO BERTORELLO/AFP via Getty Images)

Il 22 maggio la Corte d’Appello Federale si pronuncerà sul caso plusvalenze che riguarda la Juve. Il Collegio di Garanzia ha accolto parzialmente il ricorso dei bianconeri, indicando nei 15 punti di penalizzazione una pena troppo pesante e poco motivata. Dunque, è ampiamente probabile che si sarà una riduzione, anche se non ci sono basi oggettive su cui provare ad anticipare la sentenza.

L’obiettivo della Procura Federale, come ammesso da Giuseppe Chiné durante l’udienza dello scorso gennaio, è che la Juve resti fuori dalla Champions League. Dunque, con la situazione attuale, il -9 chiesto all’inizio basterebbe per far scivolare la Juve al quinto posto, ma la situazione potrebbe cambiare nelle prossime giornate, soprattutto per lo scontro diretto con il Milan. Ecco quindi che si fa strada sempre di più l’ipotesi di un accordo. Non un vero e proprio patteggiamento, ma una sorta di do ut des. E l’esempio è molto recente. La Reggina infatti, per delle inadempienze fiscali, ha subito una penalizzazione di 7 punti, ridotta poi a 5 dalla Corte Federale. Il club calabrese ha accettato la seconda sentenza, rinunciando al ricorso al Collegio di Garanzia del CONI. Una sorta di gentlement agreement, che per la Juve potrebbe coinvolgere anche l’altro filone, quello della manovra stipendi.