Maurizio Sarri è stato cacciato dalla Juventus perché non si è mai creato il feeling con l’ambiente, non aveva fiducia nei calciatori, conferma Miralem Pjanic. Il centrocampista bosniaco, ceduto in estate al Barcellona, ribadisce sostanzialmente che la versione data dal presidente Andrea Agnelli per la separazione anticipata dal precedente allenatore sia dovuta a motivi più umani che tecnico-tattici. “Sarri non aveva fiducia negli uomini e questo mi ha disturbato – racconta oggi Pjanic a Tuttosport – ogni giocatore in quello spogliatoio ha sempre dato il massimo per il club. Si può non andare d’accordo con uno/due ma mi dispiace che a volte sia stata sbagliata la valutazione delle persone. Questo però non ha mai condizionato il nostro rendimento, tutti i giocatori sono professionisti e vogliono vincere. Però se un allenatore mette in dubbio questo, allora è lì che non scatta quella scintilla di cui parla il presidente”.
Insomma, non c’era niente da fare, la separazione era l’unica soluzione possibile e chi oggi sostiene che Sarri non avrebbe dovuto essere allontanato, non ha capito come funzioni un top club al mondo. I rapporti umani vengono prima di ogni altra cosa e se non si instaura un rapporto fiduciario, c’è poco da fare. Del resto, lo stesso Sarri, quando veniva stuzzicato su questo aspetto, sosteneva che la sua priorità era allenare e non badare all’umore dei suoi giocatori.
Quanto all’imminente Juventus-Barcellona, Pjanic si dice molto felice, anche se con ogni probabilità dovrebbe finire in panchina, come è successo spesso in questa prima parte di stagione. “Era una cosa che sognavo, ma impossibile quasi. Quando ho visto poi il sorteggio, mi sono detto: “Cavolo, siamo lì!”. Ero molto contento, felice di ritrovare il club che tengo veramente tanto a cuore, ho ricevuto subito tanti messaggi. Uno anche del Presidente: “Bentornato a casa”. Sono veramente molto felice di ritrovare i compagni, la gente con cui ho lavorato tutti questi anni, il Presidente, tante persone. Meglio affrontarla adesso – conclude – che in una finale dai.”