Pirlo non diventi il nuovo capro espiatorio

Se la Juventus di Pirlo ha un rendimento altalenante non si può accusare solo l’allenatore, ecco perché la dirigenza ha le sue responsabilità

La Juventus e la fatica di vincere. I bianconeri vincono contro un volitivo Sassuolo, ma ancora una volta denotano una certa fatica nel portare a casa il risultato, soprattutto dopo essere passati in vantaggio e addirittura in superiorità numerica. La sensazione è che manchi sicurezza in alcuni calciatori, mentre altri sono in una preoccupante fase calante dal punto di vista del rendimento, su tutti Bonucci e Bentancur, che vanno a unirsi al discontinuo Alex Sandro e al desaparecido Bernardeschi.

Al di là dei problemi fisici spiegabili con i tanti impegni e i pochi uomini da ruotare a causa degli infortuni, o di alcune errate scelte sul mercato, è quindi evidente che qualcosa non quadri. Mancano certe geometrie in fase di copertura, è vero, ma spesso gli errori nascono da giocate superficiali, da errori di posizionamento e concentrazione dei singoli: quando prendi gol come ieri oppure contro la Lazio, con tutta la difesa schierata che fa da spettatore all’azione, o perdi spesso palla nella tua trequarti con passaggi insensati, che colpe puoi attribuire all’allenatore?

Addossare tutte le colpe ad Andrea Pirlo significa però nascondersi dietro a un dito, e non saper guardare oltre il proprio naso attribuendo eccessive responsabilità a chi, al netto di qualche indiscutibile errore tattico frutto dell’inesperienza, paga le conseguenze di una errata gestione del mercato che da un lato non ha evidentemente fornito abbastanza risorse al tecnico per ovviare alle tante sfide di una stagione lunghissima e piena di impegni, dall’altro ha lasciato nel gruppo troppi giocatori ormai logori, o con la pancia piena e la testa altrove, per questo protagonisti di errori e orrori incomprensibili per gente con la loro esperienza e qualità.

Anche la dirigenza ha le sue colpe

A me, come credo anche a tanti osservatori, sembra piuttosto palese che la dirigenza bianconera abbia qualche colpa sul rendimento altalenante della squadra. La Vecchia Signora, così com’è, non è costruita bene: la rosa è ampia, ma solo sulla carta vista la predisposizione di molti atleti all’infortunio e i buchi in certi ruoli. Da almeno un paio di stagioni mancano per esempio un vice Alex Sandro di ruolo, almeno un centrocampista di caratura internazionale per classe e personalità, potente e tecnico, più una punta di riserva affidabile e con determinate caratteristiche.

Con Ramsey a rischio acciacchi, l’inconsistenza di Bernardeschi e Rabiot, Pirlo può contare solo su tre centrocampisti, in una mediana tra l’altro tutta da costruire: Bentancur, Arthur e l’ottimo Weston McKennie.

Il resto lo hanno fatto un po’ di sfortuna e degli arbitraggi permissivi (vedi certe entrate assassine di ieri, ma anche contro la Fiorentina o il Milan, non sanzionate), che hanno portato a un paio di infortuni in più tra i calciatori bianconeri, e l’attuale situazione pandemica. Quindi altro che abbondanza. Gennaio offre quindi a Paratici l’opportunità di rimediare in parte a certe lacune, attraverso un mercato fatto apposta per compensare errori estivi. Non sarà facile, visto il materiale umano in circolazione, ma provare a sfruttarlo adeguatamente, nei limiti  del possibile, magari “pescando” un Alaba a parametro zero, non deve essere un tabù.