Pepe: “Conte ci ha reso grandi, Allegri consapevoli di esserlo”
Simone Pepe, quattro scudetti con la Juventus, racconta cosa cambiò con il passaggio da Conte ad Allegri: l’intervista a Gianlucadimarzio.com
Simone Pepe è stato costretto a lasciare il calcio presto, ma non ha alcun rimpianto: quattro scudetti con la Juventus, l’ex ala oggi ha un nuovo lavoro e si racconta così a Gianlucadimarzio.com: “Adesso sono un procuratore, seguo tanti giovani ma anche qualche calciatore di Serie B, più uno di Serie A. Non è detto che in futuro non proverò a fare altro – ammette – , ma al momento è un ruolo cui sto dedicando tutto me stesso. Insieme a me lavora l’avvocato Alessandro Pucceri, ci stiamo togliendo tante soddisfazioni e sono felice di come vanno le cose. Certo, le difficoltà non mancano…”.
Uno dei primi acquisti del duo Marotta-Paratici, Pepe ricorda l’importanza di aver vestito la maglia della Juve, “una società che ti insegna cosa vuol dire avere una mentalità vincente”. Tre scudetti con Antonio Conte, uno con Massimiliano Allegri, anche se i tanti infortuni lo hanno costretto ad un impiego sempre più ridotto, Pepe ricorda cosa avvenne quando ci fu il passaggio di consegne tra i due tecnici. “Guardo Allegri in panchina e ripenso al modo in cui è arrivato alla Juventus. La partenza di Conte – ricorda – è stata un fulmine a ciel sereno, ma dopo 24 ore era già tutto risolto. Ripetere il lavoro di Antonio sembrava impossibile. invece siamo arrivati in finale di Champions League: lì capisci con chi hai a che fare. Lo comprendi dalla rapidità con cui la dirigenza è arrivata alla soluzione ideale. Conte e Allegri sono stati l’opposto, ma allo stesso tempo perfettamente funzionali per due obiettivi differenti. Il primo ci ha reso grandi, il secondo consapevoli di esserlo”.
Due opposti vincenti, potremmo dire: Conte caricava i suoi con la rabbia, soprattutto prima della partita. “Lo vedete il campo? Ecco, per gli avversari deve essere in salita, ci ripeteva prima di scendere in campo. Dopo 30 secondi di gioco – continua Simone Pepe – era già lì che urlava e ci richiamava, dimenandosi per farci riconoscere i nostri errori. Il giorno dopo la partita ci mostrava dei video per farci capire dove saremmo dovuti migliorare e ogni tanto qualcuno si opponeva per dire la sua. A fine riunione, però, la storia era sempre la stessa: eravamo tutti convinti del fatto che avesse ragione lui”.
Pepe: “Se sbagli un gol, Conte è una furia”
Allegri, invece, ha sempre predicato “calma e tranquillità”, non è obbligatorio alzare la voce per farsi rispettare ed essere vincenti. “Com’era giusto che fosse. Conte doveva costruire, Max era lì per consolidare una base già forte. Ci diceva sempre che eravamo forti, che ci voleva determinati, ma sopratutto pazienti e ordinati. Se sbagliavamo un gol, dovevamo restare e calmi e prepararci a un nuovo attacco. Conte, al contrario – conclude – , in quei casi diventava una furia…”.