Befana di lusso al Tardini: arriva la vecchia signora, un po’ acciaccata, forse, carica di rughe, ma anche carica di campioni milionari, ferita nell’orgoglio dagli schiaffi presi prima in Europa, poi a Bari e infine all’Olimpico di Torino contro il Catania, cenerentola del campionato. No, non c’è da fidarsi, anche se a Parma vedono rosso quando sul campo entrano le maglie bianconere.\r\n\r\nIl ritorno di Bettega al timone della società e la sosta invernale saranno sicuramente serviti per caricare le pile. Se il Parma avrà tratto beneficio dal soggiorno maltese e soprattutto avrà fatto un bagno di umiltà dopo la non esaltante trasferta di Roma, ne vedremo delle belle: da una parte, il Parma, la squadra che ha espresso il miglior gioco del Campionato (il giudizio non è mio, ma è dei più autorevoli tecnici della serie A), dall’altra la squadra più blasonata, accreditata come la più pericolosa avversaria della corazzata di Moratti. \r\n\r\nQuel che è certo è che si chiede ai ragazzi di Gudoilin di giocare come sanno, di dare tutto sul campo, poi, qualunque sia il risultato non se ne farà una tragedia, ma scavalcare la Juve in classifica vorrebbe certo dire dare ali ad un sogno, che non si fermerebbe a “quota 40”. Parliamo di un sogno, appunto, perché, se andiamo a vedere i trascorsi, i bianconeri guidati da Ferrara sono stati troppe volte la bestia nera del Parma. Ripercorriamo dunque questa lunga cavalcata fatta di rivalità e di sfide, che però non è stata per i gialloblù avara di soddisfazioni.\r\n\r\nLe fredde statistiche raccontano che nelle 50 partite che hanno visto di fronte le due squadre, 26 sono state conquistate dalla Juve, 15 si sono risolte in pareggi e solo 9 sono state vinte dal Parma. Cambiano poco le percentuali se si fa riferimento esclusivamente alle partite di campionato: 34 giocate, 15 vittorie bianconere, 13 pareggi, 6 vittorie gialloblù. Ma, se vogliamo guardare il bicchiere mezzo pieno, ci fermiamo ai 17 scontri giocati al Tardini: per il Parma 4 sconfitte, 8 pareggi e 5 vittorie. Quindi, i numeri dicono che si può fare, anche se sono lontani i fasti dell’era Tanzi e se è vero che l’ultima vittoria in campionato a Parma risale all’anno di grazia 2002.\r\n\r\nLe ultime gare ci consegnano un pareggio al Tardini ( 2 a 2 nel novembre 2007) e una secca sconfitta per 3 a 0 al Delle Alpi nella primavera del 2008. Ma nel calcio i numeri contano fino ad un certo punto, come non è detto che i 50 milioni spesi dalla Fiat per l’a cquisto di Felipe Melo e di Diego (circa 7 volte quel che ha speso Ghirardi per consegnare a Guidolin un Parma competitivo per l’o biettivo salvezza) trovino riscontri sul campo. Finora le cose sono andate diversamente. E allora ecco le gioie e i dolori di questi 17 anni di fila in cui le due squadre hanno militato insieme nel massimo campionato. Dall’esordio in serie A al secondo posto con molti sospetti, storia di una rivalità mai sopita.\r\n\r\nLa telenovela inizia fin dalla prima apparizione del Parma di Nevio Scala alla ribalta della massima divisione: siamo nel 1990 e i bianconeri conquistano la posta per due reti ad una (rigore di Sandro Melli). La prima vittoria arriva il 14 maggio 1992: ed è una vittoria pesante, perché con le reti di Melli e Osio, il Parma “ self made” di Nevio Scala conquista la Coppa Italia a spese della blasonata vecchia signora, di fronte a 25.000 spettatori in delirio nello stadio di casa. Vale la pena di ricordare la formazione: Ballotta (portiere di notte), Benarrivo e Di Chiara sulle fasce, Minotti, Apolloni e Grun al centro della difesa, Zoratto e Cuoghi in mezzo a catturar palloni, Melli di punta, affiancato da Brolin e dal “sindaco” Marco Osio.\r\n\r\nI nostri ricordi corrono poi alla sfida infinita della stagione 1994 95: sempre sotto la guida di Nevio Scala, il Parma finirà secondo in campionato dietro la Juve (ma a notevole distanza, appaiata con la Lazio a 10 lunghezze, sconfitta dalla Juve 3 a 1 al Tardini e umiliata 4 a 0 al ritorno) e contro i bianconeri perderà anche la finale di Coppa Italia, con due sconfitte di misura. Ma si rifarà ampiamente con un successo destinato a restare a lungo negli occhi e nella mente dei tifosi: dopo una fantastica cavalcata che li ha portati a superare alcune delle più blasonate formazioni europee (Atletico Bilbao e Bayer Leverkusen) i gialloblù, nella sfida finale, si trovano di fronte ancora la Juventus. Sulla carta l’esito poteva sembrare segnato, ma sul campo le cose andarono diversamente: al Tardini il Parma riuscì vincitore grazie ad una rete dell’ex Dino Baggio, difesa con i guanti di Luca Bucci, che meritò un 8 nelle pagelle della Gazzetta dello Sport.\r\n\r\nal ritorno (che la Juve volle giocare a San Siro) di fronte a oltre 80.000 spettatori, ancora Dinone Baggio con un colpo di testa spense le speranze dei bianconeri, alimentate dalla rete capolavoro di Vialli: e il piccolo Parma sollevò al cielo il suo trofeo più bello. Protagonisti di questa avventura nelle due gare furono Bucci, Benarrivo, Mussi, Di Chiara, MInotti, Apolloni, Couto, Pin, Baggio, Sensini, Zola, Fiore, Asprilla, Castellini, Susic e Crippa. Per inciso resta da ricordare il settimo e ultimo incontro di quella stagione fra le due migliori squadre italiane, con Vialli che mise il sigillo sulla supercoppa italiana con una rete al Delle Alpi.\r\n\r\nL’anno dopo – siamo al campionato ‘96 –‘97 – l’arrivo di Ancelotti porta di nuovo un grande Parma al secondo posto, a soli due punti dalla Juventus, in un torneo alimentato da molti sospetti. Gli stessi sospetti aleggiarono poi nella primavera del 2000, quando, a causa di una rete non concessa a Cannavaro in tempo di recupero contro la Juventus, i bianconeri fecero loro lo scudetto, e il Parma, giunto quarto, fu costretto allo spareggio con l’Inter a Verona per l’accesso in Champions, e dovette ripiegare sull’Uefa. Un bel ricordo, una perla nella stagione disgraziata 2001 – 2002, in cui il Parma dovette ridimensionare di molto le sue ambizioni, resta la vittoria della Coppa Italia, ottenuta ancora una volta battendo la Juve in finale (2 a 1 per la Juve a Torino, con rete di Nakata, e 1 a 0 al Tardini, con sigillo di Junior).\r\n\r\nMolto del merito andò a Gedeone Carmignani,, che in quello stesso anno era succeduto a Renzo Ulivieri (bruciato da una partenza falsa) e a Daniel Passarella (se non ricordo male, circa 5 miliardi per 5 sconfitte in stecca), ed era riuscito a salvare la squadra dalla retrocessione e a portare a casa la prestigiosa coppa nazionale. La vendetta dei “gobbi” arriva a Tripoli, dove, con due reti di Del Piero contro una sola di Di Vaio, i bianconeri fecero ancora una volta loro la supercoppa italiana, giocata in Africa per motivi commerciali.\r\n\r\nIl resto è storia meno esaltante, contrassegnata dalle traversie delle due società (la Juve dai processi, il Parma dal crac Parmalat).\r\n\r\nNel torneo del ’98 – ’99 i gialloblù sconfissero due volte i bianconeri in campionato: 1 a 0 davanti al pubblico amico, 4 a 2 a Torino: è stata, fino ad oggi, l’unica volta nella storia del Parma.\r\n\r\n(La Repubblica – edizione Parma)