Parla Conte “Potessi tornare indietro non accetterei il patteggiamento”

Conte rinnova con la Juventus“C’è una cosa che non rifarei se potessi tornare indietro: accettare controvoglia il patteggiamento. Non si patteggia l’innocenza anche se gli avvocati ti consigliano di farlo perché è un’opportunità e i rischi del dibattimento sono alti. E’ stato un errore. Certo, non avrei ammesso nulla, ma si sarebbe percepita una cosa diversa. Ecco, anche se oggi avessi la certezza dei tre mesi di stop, la mia risposta sarebbe no. Su un fatto concordo con i giudici: 90 giorni non erano una pena congrua. Quella giusta è zero: non ho commesso né illeciti, né omesse denunce”. Antonio Conte è duro in una lunga intervista concessa oggi alla ‘Gazzetta dello Sport’: per un paradosso tutto italiano, come dichiarato ieri dall’avvocato D’Onofrio, “Mauri arrestato può giocare, Conte archiviato (nelle prossime ore, ndr) non può allenare”. Una sorta di tribunale dell’Inquisizione, quello sportivo, dal quale nessuno può difendersi, mentre i pentiti possono avere fino al 600% dello sconto della pena in base al numero delle persone tirate in ballo.\r\n\r\nIeri il tecnico bianconero è stato difeso da un pool di primissimo ordine. La speranza di chi vuole bene alla giustizia è che si faccia una volta per tutte chiarezza. Conte è fiducioso?\r\n

Sì, sono convinto che leggeranno le carte con attenzione evitando, con il proscioglimento, un’ingiustizia. Ho la coscienza a posto, non penso possa dire lo stesso chi ha gettato fango su di me. Sbaglio o parliamo di un ex giocatore che ha ammesso di aver truccato partite per anni? Per carità, il fenomeno del calcioscommesse va stroncato. Ma non si può squalificare una persona in questo modo, senza nessun riscontro. Chiunque può alzarsi, puntare il dito su qualcuno e mandarlo al macello. Dei giudici ho fiducia, del sistema meno. Un passaggio è fondamentale: se per assurdo avessi ammazzato delle persone, il tifoso juventino sarebbe lo stesso pronto a difendermi. Per gli altri accade il contrario. Ma questa storia va al di sopra delle fazioni. Voglio che la gente sappia che una cosa così può capitare a chiunque. Per questo quando le Procure avranno finito le indagini, penso che la Federcalcio debba chiedersi se le regole attuali del processo sportivo siano rispettose della difesa di un tesserato e delle società quotate in Borsa. Credo si possa coniugare la lotta alle combine con un dibattimento meno sommario: vi sembra normale quello dove i difensori non hanno la possibilità almeno di controinterrogare un pentito considerato credibile anche quando si contraddice in modo evidente? I collaboratori sono tutelati in modo spropositato.

\r\nPoi Conte racconta cosa ha provato nei primi giorni in cui è stato tirato in ballo in questa vicenda, dai primi articoli di giornale alla perquisizione:\r\n

Quasi mi mettevo a ridere. L’avevo presa alla leggera. Tutto cambiò con la perquisizione. Solo io so il dolore che ho provato quel giorno. Non ero in casa, ma c’erano mia figlia piccola e sua nonna. Sa che cosa ha detto un poliziotto a mia suocera che domandava perché? Lo chieda a suo genero il perché. Ha detto così, in modo quasi sprezzante. Ecco, non avendo fatto nulla non potrò mai dare una risposta a mia suocera. Gli avvocati mi hanno spiegato che quello era un atto dovuto, ma questo non lenisce una ferita che resterà aperta per tutta la vita.

\r\nTornando alle accuse di Carobbio e Gervasoni, Conte entra nel merito e si difende così: \r\n

Accusa insensata: sarei stato così fesso da rendermi ridicolo e ricattabile da 25 giocatori? Lo stesso Carobbio fa riferimento al mio discorso: intenso e carico di motivazioni. E dopo averli spronati per lui avrei concluso dicendo “comunque pareggiamo”? Ma che senso ha? Mi faccia spiegare l’importanza del fatto: due pentiti ritenuti credibili raccontano cose diverse su Novara-Siena. Non avendo altri riscontri, una versione annulla l’altra. E poi Carobbio ha continuato a cambiare le sue dichiarazioni in modo camaleontico, altro che arricchimenti come li ha definiti Palazzi. L’ultimo aggiustamento è arrivato, guarda caso, tre giorni prima della mia audizione. Carobbio in realtà non è un vero collaboratore ma un soggetto che si sta difendendo. Se vuole posso fare degli esempi. Dice a Palazzi di aver interrotto i rapporti con gli slavi perché a Siena non voleva combinare le partite e invece si sentiva con loro, anche prima delle gare, con una scheda taroccata. Il suo filo conduttore è chiaro: cercare di spostare l’attenzione su altri. Senza dimenticare che faceva da tramite anche sul fronte Bari.

\r\nE poi c’è la vicenda Stellini, che ha patteggiato la squalifica ammettendo di avere chiesto a Carobbio di contattare gli avversari. Per Palazzi, Conte non poteva non sapere…\r\n

Sono rimasto allibito dinnanzi a questa motivazione: non dimostra nulla. E’ proprio la separazione dei ruoli a spiegare le cose. Stellini mi ha tenuto all’oscuro perché sapeva bene quale sarebbe stata la mia reazione. E’ vero, ho un carattere difficile. Per una volta dovrebbe essermi d’aiuto. E invece…  Mi sono arrabbiato molto con Cristian. Mi spiace averlo perso come assistente. Sta vivendo un momento difficile: dando le dimissioni ha dimostrato senso di responsabilità. Dal punto di vista umano l’affetto resta, è chiaro che i suoi comportamenti mi hanno messo in difficoltà e danneggiato.

\r\nTornando al calcio giocato, Conte fa un bilancio di questo pre-campionato:\r\n

Siamo partiti col piede giusto. Vincere aumenta la consapevolezza e arricchisce la bacheca. Il triangolino sulla maglia ci responsabilizza, ma è il ruolo naturale della Juve. La Champions? Puntiamo a essere competitivi su ogni fronte. Contento per il mercato? Per ora, sì. Abbiamo fatto quello che avevamo programmato. Ora c’è da completare la rosa. Chi scelgo tra Llorente e Dzeko? C’è sintonia con Marotta. Il top player non deve essere solo per il costo. Qualcuno arriverà.

\r\nPoi la risposta a Mazzarri e alle polemiche post-Supercoppa:\r\n

Ognuno vede le cose a modo suo. Sento dire anche che la Juve attuale si è ispirata a Mazzarri. Si possono copiare i numeri, ma di sicuro è molto diversa la mentalità, il modo di affrontare la gara, la voglia di essere propositivi, i principi di gioco. Devo continuare?

\r\nQuanto alle dimissioni, paventate spesso dai media, il tecnico leccese conclude:\r\n

Nella tristezza della vicenda il grande aspetto positivo è che tutti all’interno della società mi sono stati vicini umanamente, supportandomi in ogni momento. Mai pensato a dimettermi e neanche John Elkann, il presidente Agnelli e il direttore Marotta hanno mai preso in considerazione questa ipotesi.\r\n\r\n