Fabio Paratici, responsabile dell’area tecnica della Juventus, è stato uno dei relatori durante la XIII edizione della Dubai International Sports Conference. Ormai riconosciuto quale dirigente di livello mondiale, Paratici ha spiegato cosa abbia significato per la Juve l’acquisto di CR7: “Ronaldo è Ronaldo, c’è poco da dire. Siamo felici di lui, non solo dal punto di vista tecnico. Lavora duramente tutti i giorni – continua – ed è un esempio. Perché quando guardi il numero 1 lavorare così, tutti si sentono in obbligo di fare lo stesso”. Conferma ne è il video che riprende Ronaldo mentre corre nel deserto di notte per allenarsi: “Si allena tantissimo ed è attento ad ogni dettaglio”, sottolinea ancora Paratici.
La storia del trasferimento “del secolo” è ormai arcinota, ma a Dubai vogliono sentirlo nuovamente dalla bocca del dirigente bianconero: “Tutto è avvenuto in maniera molto rapida. È stato un trasferimento storico, bisogna ringraziare il presidente e il Real Madrid perché non era facile cedere un giocatore così. Il primo contatto c’è stato durante i quarti di finale della Champions League – ricorda – , Jorge Mendes mi disse che Cristiano voleva giocare per la Juve. Io pensavo fosse una barzelletta, poi si parlò di Cancelo e lui tornò su Ronaldo. In quel momento capii che si poteva provare”.
Un colpo che ha fatto la felicità di Massimiliano Allegri, tecnico che propende sempre per i giocatori tecnici e in grado di risolvere le partite da soli: “Quando l’ho detto all’allenatore era felicissimo – racconta ancora Paratici – . È un tecnico fortunato. Agnelli ne ha parlato con i responsabili commerciali, abbiamo fatto uno studio numeri alla mano e quando si è capito che l’operazione era vantaggiosa si è deciso di procedere”. A proposito dell’allenatore, il dirigente della Juventus ricorda il passaggio da Conte ad Allegri: “Negli ultimi otto anni abbiamo avuto due dei migliori allenatori del mondo come Conte e Allegri. Sono due allenatori diversi: Conte è più caratteriale ed organizzatore, era perfetto per quel momento. Serviva un allenatore che avesse grande ‘juventinità’. Con lui e Agnelli c’è stata la rinascita del club – ammette – , ci hanno dato un grande aiuto. Allegri ha trovato una situazione già in divenire, veniva da un grande club come il Milan e ci ha trasmesso questo tipo di mentalità. È forse meno organizzatore, ma più tecnico e aperto alle diverse situazioni di gioco. Da loro ho imparato tante cose e devo ringraziarli”.