Paqualin consiglia la Juve: “Prendi Fabregas!”

L’edizione odierna di Tuttosport ha chiamato in causa cinque esperti con lo scopo di fare il punto sulla situazione Juve e per proporre i miglioramenti necessari affinché la Vecchia Signora torni competitiva già dalla prossima stagione. Di particolare interesse gli interventi di Claudio Pasqualin, influente procuratore ed esperto di calciomercato, e di Aldo Serena ex bianconero e commentatore TV.\r\n\r\nCLAUDIO PASQUALIN\r\n«Direi che un regista di ruolo è assolutamente necessario, mi riferisco a un vero metronomo del centrocampo. Per inten­derci, più un Pizarro che un Pirlo. Anche se ulti­mamente viene impiega­to in posizione più avan­zata, l’identikit corri­sponde a Cesc Fabregas. Giovane, ma già esperto. Certo acquistarlo non sa­rebbe semplice, ma non ci sono dubbi sul fatto che lo spagnolo valga un tentativo. Quanto all’at­tacco, ho la sensazione a livello epidermico che questo sarà l’ultimo anno di Trezeguet alla Juve. Relativamente alla dife­sa, Bonucci è sulla bocca di tutti in questo mo­mento e, alla luce della giovane età, esporsi avrebbe senso».\r\n\r\nALDO SERENA\r\n «La Juve per definizione deve puntare ogni anno al titolo. Riuscirci, poi, è un’altra storia, ma la di­rigenza in questi anni ha investito molto e la base si presenta buona. A mio avviso quello che real­mente in rosa è un cen­trocampista di qualità, in grado di accelerare la manovra. Un giocatore alla Pirlo, Pizarro, D’Ago­stino. Io lo inserirei al posto di Melo, che anche in prospettiva mi sembra meno importante di Sis­soko e Marchisio. Il tori­nese in particolare mi piace molto, ma quando può agire più vicino al cuore del gioco. Ultima­mente l’ho visto anche defilato verso la fascia e lì mi convince meno. In attacco invece le valuta­zioni devono essere d’or­dine anagrafico. Pazzini ha la capacità di giocare faccia a la porta che ad esempio manca a Gilardi­no, mentre il viola eccel­lente quando si trova spalle all’area. Punterei sul blucerchiato, anche in funzione dell’età».\r\n

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Pubblicato da
Alberto Zamboni