(Di Gaver) Inizia a farsi largo seriamente il legittimo interrogativo su quali siano le reali intenzioni della ondata mediatica promossa in merito alla vicenda scommesse.\r\nQuesto non è un dubbio mosso nei confronti della magistratura che, sia bene inteso, ha il sacrosanto diritto di muovere i propri passi investigativi ed il dovere di rendere conto del tutto una cittadinanza più o meno tifosa che attende risposta, anche in virtù di quel famoso terzo potere conferito.\r\nMa il dubbio, l’interrogativo, quel pezzetto che manca e che non sai spiegare neanche nelle formule più semplici, è l’atteggiamento che una parte giornalistica del paese sta assumendo nei confronti del problema.\r\nPremetto che la vicenda merita il massimo delle attenzioni ed ha impellente bisogno degli sforzi più ingenti al fine di debellare un cancro estremo, che altro non è se non una di quelle subdole forme di malessere che determinano la morte di uno sport bellissimo; sport ultimamente troppo chiavo di conti&business e poco incline (da anni ormai) alla magia del semplice odore dell’erba bagnata prima di ogni gara.\r\nMa tralasciando aspetti poetici e commerciali, che non è il caso di discutere da queste righe odierne, una doverosa sottolineatura va fatta nei confronti del modo di affrontare la vicenda da parte dalle numerose (forse troppe) penne che la stanno affrontando.\r\nSi vuol capire ogni esigenza, ogni priorità… dal giornale in crisi che vuol stampare qualche copia in più al direttore che deve far fare le ossa a qualche giovane “freelance”, dal giornale di parte e di potere che vuol screditare una parte cosiddetta avversa fino al giornalista tifoso che coglie l’occasione per una sua rivalsa personale… Ma quel che non si riesce assolutamente a concepire, neanche avvalendosi di ogni strumento culturale, di opportunità e di mera pazienza possibili, è lo screditamento personale e preventivo nei confronti di persone che, allo stato, nulla hanno da scontare in termini di giustizia.\r\nPersone semplicemente sotto la lente d’ingrandimento di una o più Procure per vicende che han coinvolto il loro mondo lavorativo; fatti da accertare nella massima serenità e solerzia possibili anche per le stesse persone coinvolte che, sia ben chiaro, hanno una famiglia ed un loro mondo privato a cui render conto, innanzitutto in termini di credibilità personali.\r\nSo che a molti probabilmente non interessa, ma pensate per un attimo ad una moglie o un figlio che legge del proprio congiunto in merito a fatti “apocalittici” mai ascoltati tra le mura domestiche; che giudizio potrà avere? E chi gli ridarà gli occhi innocenti con i quali dovrà guardare suo padre quando magari tutto sarà finito in una archiviazione, perché il fatto non sussiste?\r\nNessuno gli ridarà quell’innocenza, e questo perché il giornalaio di turno che voleva travestirsi da giornalista non penserà, mai e poi mai, di redigere un doveroso articolo dove evidenziare il proprio abbaglio in merito ad una vicenda che forse non ha letto nel migliore dei modi, soprattutto in termini di imparzialità.\r\nEd è cosi che leggiamo dell’informativa su Buffon il giorno dopo il suo sfogo che è apparso semplicemente legittimo anche se accorato, delle delegittimazioni su Conte persino in merito al suo autotrapianto, del Bonucci indagato per una partita a cui non ha partecipato in quanto convocato nell’under 21.\r\nEppure, nessuno che specifichi fino al dovuto le vicende, dandone una lettura completa, ma hanno sempre l’accortezza di fermarsi esclusivamente in prossimità dello scredito maggiore per la società Juventus; il resto, fosse anche un qualcosa che scagioni a priori il diretto interessato oi possa dare una lettura globale della vicenda, non li riguarda.\r\nLa sola cosa interessante per i nostri scrivani, però, è insistere assiduamente su aspetti che il nostro giornalaio di turno (giornalista mi sembra troppo) reputa più interessanti rispetto all’analisi critica delle verità che man mano emergono dalle risultanze della magistratura; risultanze da sacrificare sull’altare dalle sue supposizioni notturne.\r\nEd è cosi che ipotesi tutte da provare su appartenenti alla solita società bianconera risultino molto più impellenti rispetto a fatti un tantino più reali che riguardano persone arrestate, ormai dimenticate.\r\nForse è il caso che si ritorni a scrivere secondo una deontologia che ogni professionista è TENUTO  a conoscere, e non seguendo congetture “personalistiche” che tendono solo a screditare preventivamente i soliti noti.\r\nUn penultimo  appello al tifoso Juve: evitate di intasare blog, siti e altro che non sia dalla vostra parte, evitate di accrescere le grazie del solito giornale ostile di turno sulle vostre spalle.\r\nEd un ultimo appello ad altri… Perlomeno, a bocce ferme cari GIORNALAI, abbiate la compiacenza di chiedere scusa.