Non abbiamo riscontri, c’è la parola di una persona, non c’è un’intercettazione, un de relato, un passaggio di soldi, non c’è più niente. Io non sono qui a raccontarvi la favola che Carobbio non è credibile. Carobbio è credibile, ma non è il solo credibile. Quando ci troviamo di fronte a un’incolpazione, laddove non ci sono altri riscontri, bisogna chiamare il dichiarante in correità. La genesi dichiaratoria di Carobbio è molto diversa da quella di Gervasoni, lo chiamerei un ‘utilizzatore’ di interrogatori. Nelle dichiarazioni del 19 gennaio a Cremona, quello è l’interrogatorio degli interrogatori, e in quella sede Conte non esiste. Carobbio non se lo ricorda, se lo ricorda il 29 febbraio quando va davanti alla procura federale. Le sue accuse vanno contro la storia di Conte, i 20 mesi patteggiati sono la prova provata di un interesse. Siamo in un vortice in cui ci viviamo. Diciamo Carobbio e credibile, Gervasoni è credibile, ma poi uno dice bianco e uno nero. Salvini dice che Carobbio non è del tutto trasparente in alcuni passaggi. Ma se Carobbio fa tutte quelle chiamate con una scheda di un egiziano e parlava con Ilievski, e aveva detto il 29 febbraio che con lui non aveva avuto più alcun contatto, dovrete spiegarmelo nelle motivazioni il perché continuate a credergli. Ci sono state contraddizioni enormi, e ammetterlo per voi significherebbe fortificare il vostro processo, non destituirlo. Questa non è giustizia ma uno scontro puro. Leggete l’audizione del 10 luglio di Carobbio, è una buccia di banana, c’è un silenzio che parla: le telefonate in ritiro con Ilievski. Non poteva dire niente lì, e nessuno glielo ha chiesto. Sarebbe stata la prima cosa che gli avrei chiesto.
\r\nDopo mezz’ora di pausa, riprende il dibattimento. Prende parola l’avvocato della Juventus, Luigi Chiappero:\r\n
Sono certo che nelle vostre sentenze che avete già reso, con assoluzioni successive per lo stesso fatto, quanto scritto dalla procura federale, sono certo che indipendemente dagli altri patteggiamenti, la causa di Conte e Alessio verrà visitata senza tenere conto di questi aspetti. Due principi sono fondamentali per portare a Torino l’assoluzione di Conte e Alessio. Non è da poco uno contro tutti, magari ha anche ragione lui, ma quando sono venti contro uno, qualche attenzione in più va tenuta in considerazione. Gli atti che mi ha trasmesso il pubblico ministero di Cremona sono atti genuini, che hanno una validità. Voi avete raccolto testimonianze di tutti i giocatori che hanno riferito cosa è avvenuto in quella famosa riunione. Anche Sestu e Larrondo hanno dichiarato le stesse identiche cose che hanno dichiarato gli altri a noi. Nelle vostre sentenze sportive avete copiato male, copiate allora dalla Cassazione, che dice che l’assoluzione non presuppone la certezza dell’innocenza ma la mera incertezza della colpevolezza. Su Novara-Siena, uno che a 20 minuti dalla fine sul 2-2 cambia due punte con due punte, è uno che vuole pareggiare? Questo è il comportamento di uno che vuole vincere, non patteggiare, salvo la volontà di un avvocato che se ha la testa sulle spalle lo consiglia sempre. Ma 3 mesi sì, non 4, non 5, perché io ho una faccia. Carobbio cade su Sestu e Larrondo, perché tenta di istillare in noi il dubbio che qualcosa sia accaduto. Ma cosa dice Larrondo? Che non è vero, non è vero. O è falso o il riscontro è mancato. Ma poi guarda caso, chiama in causa i due che la procura non aveva sentito…
\r\nIn seguito alle richieste di Palazzi, il presidente della Juventus Agnelli, ha diramato a mezzo del sito Juventus.com, una durissima nota. Eccone il testo integrale:\r\n
Constato che la Federazione Italiana Giuoco Calcio e la sua giustizia sportiva continuano a operare fuori da ogni logica di diritto e di correttezza sostanziale. Per molto tempo e con grande senso di responsabilità la Juventus e i suoi tesserati hanno mantenuto un atteggiamento sereno e coerente rispetto alle Istituzioni e rispetto ad atteggiamenti che, fin da subito, suggerivano che fosse in atto un nuovo attacco ai suoi danni e ai danni dei suoi tesserati. Le risultanze dei vari deferimenti dimostrano enormi contraddizioni e volgono alla tutela esclusivamente di chi gli illeciti li ha commessi. Questo è paradossale e non può essere accettato. La decisione di ieri della Commissione Disciplinare Nazionale della FIGC, che ha opposto un non motivato rifiuto al patteggiamento già ponderato e sottoscritto dal Procuratore Federale, è la testimonianza della totale inadeguatezza del sistema giuridico sportivo e della Federazione in seno a cui opera. Rilevo nuovamente l’incapacità di interpretare le moderne esigenze del professionismo di alto livello. Anche avendo scelto, contro ogni istinto di giustizia e con una logica di puro compromesso, la strada del patteggiamento per poter limitare i danni di una giustizia sportiva vetusta e contraddittoria, ci si scontra con un sistema dittatoriale che priva le Società e i suoi tesserati di qualsivoglia diritto alla difesa e all’onorabilità. La rispettabilità dei singoli è messa a repentaglio ed è quindi a loro che spetta la parola finale sulle decisioni da assumere, con la consapevolezza che la Juventus li sosterrà in tutti i gradi di giudizio. Sarà una stagione complessa ed impegnativa, ma la concentrazione sulle prestazioni in campo della Squadra da parte di tutto il nostro ambiente rimane alta con l’obiettivo di confermarci vincenti a maggio 2013.
\r\nNon si è fatta attendere la replica della Figc che pare intenzionata a deferire Agnelli:\r\n
La Figc e i suoi organi operano con correttezza nel pieno rispetto delle norme statutarie che garantiscono l’indipendenza e l’autonomia della Giustizia Sportiva cosi’ come disciplinata dall’Ordinamento Sportivo Nazionale – spiega la Federazione in una nota – le valutazioni del presidente della Juventus, Andrea Agnelli, non sono accettabili e vanno al di la’ di un legittimo esercizio per diritto di critica.