Pagelle Juventus-Napoli 7-8 dcr: non basta super Buffon

Pagelle Juventus-Napoli: i migliori e i peggiori in campo tra i bianconeri che hanno perso la Supercoppa 2014

Pagelle Juventus-Napoli: non basta San Buffon. La Juve spreca tre match point e consegna la Supercoppa 2014 alla squadra di Benitez, che si conferma “re di coppe”. Un vero peccato, perché i campioni d’Italia avrebbero potuto chiudere col botto un anno da record.\r\n\r\nPiccola premessa: ho deciso di valutare le prestazioni dei giocatori nel complesso di tutta quanta la gara, comprendendo anche i calci di rigore. Chiaramente non sono stati questi a determinare in maniera pesante il giudizio su chi è sceso in campo, ma per qualcuno in particolare (vedi Buffon) sono stati proprio i calci di rigore a confermare l’opinione di una prestazione sopra la media.\r\n\r\nBuffon 7.5: Il migliore assieme a Tevez. Nei tempi regolamentari lo salvano i due colleghi attaccati alla traversa, nell’extra time compie due prodezze pur di mantenere la squadra in vantaggio. Purtroppo lo sforzo non è bastato e nemmeno gli straordinari (3 penalty parati) durante i calci di rigore portano il trofeo a Torino.\r\n\r\nLichtsteiner 6: Il primo tempo lo passa infilandosi tra le maglie azzurre come un coltello nel burro, ma nella ripresa cala vistosamente. La dormita sul cross di De Guzman che ha portato al pareggio di Higuain è l’emblema del suo secondo tempo.\r\n\r\nBonucci 6: Sulle due reti di Higuain è quello che commette meno colpe e, obiettivamente parlando, gioca una partita su discreti ritmi. Perfetto il rigore sotto l’incrocio.\r\n\r\nChiellini 4.5: 45 minuti di dominio incontrastato sull’attacco del Napoli, poi la svista di testa sul cross di De Guzman e la marcatura approssimativa sul 2-2 di Higuain. Riguardo al rigore sbagliato, non lo si può incolpare più di tanto. I mezzi tecnici sono quelli.\r\n\r\nEvra 6+: Propositivo e sciolto per un’oretta buona, attacca lo spazio e raccoglie i filtranti dei compagni. Poi la stanchezza si fa sentire e decide di acquietarsi sulla linea di centrocampo.\r\n\r\nMarchisio 6: In 66 minuti da mezz’ala combina molto poco al centro del campo, mentre da regista fa sentire maggiormente la propria presenza nella manovra.\r\n\r\nPirlo 6: Fluidità alla manovra, ottimo palleggio e solo un paio di palloni persi in tutta la partita. A posteriori è facile, ma siamo davvero sicuri fosse lui l’uomo da estrarre dalla mischia?\r\n\r\nPogba 6.5: Il piglio è quello giusto, l’impegno non sembra mancare. Negli ultimi 20 metri avrebbe potuto incidere in maniera più netta, ma la forza dirompente con cui si libera per portare Tevez alla doppietta è emblema della sua voglia di trionfo.\r\n\r\nVidal 5.5: Passo avanti col Cagliari, passo indietro col Napoli. Perde una quantità immane di palloni che inutilmente recupera gettandoli in fallo laterale e sul gol dell’1-1 di Higuain commette un inutile virtuosismo (tacco in mezzo al campo) che lancia in contropiede i partenopei. Il rigore è impeccabile, ma il nervosismo lo sta martoriando.\r\n\r\nTevez 7.5: Due gol diversi tra loro, eppure portatori entrambi di quelle virtù che lo hanno da sempre contraddistinto, tenacia e lucidità. E in più tanta classe, tanta grinta, tanta fame, tante conclusioni nello specchio. Insomma, tanto Tevez, nonostante il neo finale del rigore sbagliato.\r\n\r\nLlorente 6-: Voto generoso, ma l’impegno che impiega è sempre lodevole e nelle sponde per i compagni non sbaglia un colpo.\r\n\r\nPereyra 5: La superficialità con cui ha marcato De Guzman sul gol dell’1-1 ed il penalty sparato alto nel momento culminante pesano come un macigno sul suo giudizio finale.\r\n\r\nMorata S.V.\r\n\r\nPadoin S.V.: Ha sbagliato il rigore decisivo, sì, ma non può diventare lui il capro espiatorio.\r\n\r\nAllegri 5.5: Il doppio vantaggio sprecato ingenuamente e la scelta immotivata di sostituire Pirlo le responsabilità che più gravano sulla sua testa, e che in parte potrebbero collegarsi l’una con l’altra. Chiaramente non stiamo parlando di un fallimento, è sempre una gara persa alla lotteria dei rigori, ma qualcosa poteva esser fatto (o magari non fatto, come nel caso del cambio di Pirlo) per evitare che il trofeo finisse nella bacheca degli avversari.