Pagelle Fiorentina-Juventus 0-1. La Juve vince al Franchi e conquista l’Europa League: i viola, favoriti dall’1-1 dello Juventus Stadium vengono battuti dai bianconeri che si presentano in formazione rimaneggiata ma con carisma e qualità. Tutto ruota attorno al direttore d’orchestra Pirlo, mentre Antonio Conte prepara la partita ancora una volta magistralmente.\r\n\r\nBuffon 6.5: Come nella gara di domenica sera, anche ieri il suo contributo difensivo tra i pali della porta è stato di grandissimo rilievo, facendo ovviamente le giuste proporzioni con la partita di Marassi. Impegnato in un paio di circostanze, soprattutto nella prima frazione, ha sempre risposto con decisione e fermezza alle conclusioni avversarie, impedendo a Cuadrado e l’ex di turno Aquilani di insaccare la palla in rete. In tensione come poche volte lo abbiamo visto nel corso di questa stagione, non ha battuto minimamente ciglio al vantaggio di Pirlo, limitandosi ad un’occhiatina veloce verso la porta di Neto. Gelido.\r\n\r\nDifesa 6.5: Tenaci. In una delle partite più intricate del percorso bianconero, il terzetto difensivo arretrato, privo del baluardo toscano Barzagli, ha retto con discreta solidità agli attacchi intermittenti dei viola, incapaci di impensierire con temibile pericolosità la porta difesa da Buffon. Confusionari ed approssimativi nei primissimi istanti di partita, sono riusciti ad innalzare, via via nel corso della sfida, un vero e proprio muro dinanzi la propria area di rigore, impedendo così ai giocatori di Montella di rendersi veramente pericolosi negli ultimi metri di campo. Escluse infatti un paio di conclusioni dalla distanza ed un diagonale ravvicinato di Gomez in avvio di partita, i padroni di casa hanno scarseggiato lì davanti in fatto di occasioni da gol procurate e tutto ciò è stato frutto dell’ottima organizzazione difensiva del reparto arretrato. Tranquilli anche nel palleggio e nei cambi improvvisi di fronte, hanno controllato con estrema sicurezza l’ultimo quarto d’ora infuocato della sfida, portando a termine un difficilissimo ottavo con estrema serenità.\r\n\r\nEsterni 6: Non la migliore delle partite. Spaventati, imballati, troppo condizionati dal limitare le offensive avversarie, i due tornanti non sono stati in grado di offendere sulla propria fascia di competenza come solitamente sono abituati a fare (Asamoah, per lo meno), ostruendosi, con i rispettivi avversari di campo, lo spazio per andare al cross. Più presenti, sicuramente, nella fase di copertura e contenimento, hanno lasciato maggiore spazio alle incursioni nella seconda metà di ripresa soprattutto, quando i viola, sotto di un gol e di un uomo, concedevano ampie distese agli avversari per spingere liberamente.\r\n\r\nCentrocampo 7: Energici, pimpanti, spreconi e geniali. Gran parte della partita, delle occasioni da gol create, sono nate dai piedi o dalle giocate dei tre di centrocampo, bravi a contrastare e nello stesso tempo ribaltare il fronte d’attacco avversario, trasformando svariate azioni difensive in offensive. Meno spigliati e più sul dietro front nei primi 10 minuti di partita, hanno acquisito, col trascorrere dei minuti, sempre più padronanza e controllo della linea mediana, instaurando con i centrocampisti centrali dalla maglia gigliata un acceso ed appassionante scontro nella zona nevralgica del campo. Bravi (Pogba) nei disimpegni palla al piede e nel far ripartire l’azione, sono parsi un pochino meno precisi nelle situazioni d’attacco in cui occorreva schiaffarla dentro (Vidal), mancando, fallendo o sbagliando il tocco decisivo sotto porta. Incapaci di perforare la retroguardia avversaria con la palla in movimento, sono riusciti a disincagliare la squadra dal risultato di 0-0 attraverso una delle poche occasioni da fermo procuratisi nei pressi dell’area di rigore, inventando (Pirlo) una punizione prodigiosa sul palo corto del portiere ed infilando la sfera, in quel punto, dove i ragnetti amano di più tessere la loro tela. Una rete da stropicciarsi gli occhi, da rimanere di stucco. Una rete da passaggio del turno.\r\n\r\nAttacco 6.5: Decisivi a modo loro. Dopo tre partite filate in cui l’attacco era rimasto a secco, questa era la sfida in cui più di tutte si necessitava del loro fiuto del gol in area di rigore, giacché vitale per il passaggio del turno era siglare almeno una rete nell’arco dei 90 minuti. Scaltri, ostinati e rapidi negli scambi, hanno provato, nel corso della sfida, ad impensierire la retroguardia avversaria con continue triangolazioni e sponde di petto sulla trequarti campo offensiva, mancando però, nel momento clou, di incisività nella conclusione verso lo specchio. Capaci entrambi di guadagnarsi le proprie situazioni per offendere la porta di Neto, si sono rivelati estremamente importanti nel primo pressing sui portatori di palla viola e nel far uscire fuori la squadra nei momenti di maggior difficoltà, mantenendo e girando velocemente la palla verso gli sbocchi liberi del campo. Da un’azione individuale dei due, poi, è nata la punizione (con conseguente espulsione di Rodriguez) che ha portato al gol partita di Andrea Pirlo, una delle poche occasioni da calcio piazzato ottenuta dalla coppia d’attacco. Non avranno timbrato “ufficialmente” il cartellino, ma il loro marchio sulla partita l’hanno messo eccome.\r\n\r\nConte 7: Diamo a Cesare quel che è di Cesare. In un ottavo di finale tutt’altro che scontato e gravato dalla rete subita nella gara di andata, la sua squadra è uscita indenne e vittoriosa da uno stadio accesissimo, che respirava nell’atmosfera europea di un pomeriggio di marzo aria d’impresa. Quest’ultima, per fortuna dei tifosi bianconeri, è rimasta soltanto un desiderio irrealizzabile per i supporter fiorentini, che dinanzi alla maestria di un campione come Pirlo hanno solamente potuto chinare la testa e mostrare il cappello in segno di rispetto. Oltre al grande realizzazione del bresciano, ovviamente, i meriti vanno attribuiti anche ad Antonio Conte, capace di preparare in maniera più che convincente un intricatissimo ottavo di finale. La difesa ha retto bene, il centrocampo ha lottato con quello avversario, l’attacco si è messo al servizio della squadra; quando ognuno fa la sua parte, i risultati inevitabilmente arrivano. E nella maggior parte dei casi, ricchi di soddisfazione.